Russia 2018

Scuola di talenti "prestati" anche a noi

Scuola di talenti "prestati" anche a noi

In mezzo agli imperi sportivi d'occidente e d'oriente, come all'inizio della sua tormentata storia politica, ecco a voi la Croazia felice, quella che ha una scacchiera bianca e rossa al centro del suo tricolore, simbolo di tante vittorie dando scacco matto ai nemici, agli avversari anche nello sport. Magie nate dalle frammentazioni. Così come ci stupisce la Slovenia campione d'Europa nel basket, eccoci davanti a questa nazione di poco meno di 5 milioni d'abitanti che vivrà un altro giorno speciale nello sport grazie ai suoi calciatori.

Uno pensa che sia il caso, ma chi li ha conosciuti, i cruatt, come dicevano ai soldati dell'impero asburgico che giravano per Milano, sa che niente nasce se non programmi tutto dalle scuole elementari cosa che da noi viene sempre rimandata a domani. Sì, certo, talenti fisici straordinari, ce ne hanno anche prestati tanti, come il nostro caro Tai Missoni nato a Ragusa in Dalmazia o Abdon Pamich, il fiumano che marciava con gli dei, molti se li sono tenuti come testimoniano le 51 comunità italiane di questo paese. Nello sport hanno fatto cose straordinarie anche se per un po' pigliavamo in giro i suoi calciatori, straordinari come Zvone Boban, perché non avevano mai raggiunto i livelli del basket, della pallanuoto, della pallamano, della grande atletica, dello sci, del tennis.

Dove ti giri trovi un campione croato e 44 ori olimpici non li vantano in tanti. Ci sono da tutte le parti ci sussurrava il tennista Ivanisevcic, lo dirà pure il lungo Cilic, ma da noi hanno lasciato il segno per i maghi della pallanuoto, prestandoci un genio come Rudic, per quelli del basket. Certo che sappiamo tutto ed abbiamo applaudito due sciatori come Ivica e Janika Kostelic o un fenomeno come la discobola primatista mondiale Perkovic, ma anche la famiglia spalatina Vlasic che ha dato alla Croazia la campionessa olimpica dell'alto Blanka e al calcio il Nikola dell'Everton.

Il nostro dente duole nel basket perché le ultime amarezze sono arrivate contro i croati. Non più eccezionali come ai tempi di Creso Cosic, il numero uno in assoluto anche se Drazen Petovic è stato la storia vera, Kukoc e Radja i fenomeni. Ci hanno eliminato dalle ultime Olimpiadi, ultimamente ci hanno fatto a pezzi in qualificazione mondiale a Trieste.

Ci vorrebbero due pagine per citarli tutti, ma non siamo stupiti: quella che è stata anche terra nostra per un certo tempo è davvero qualcosa di speciale come direbbe il dottor Novosel, allenatore esimio a Zagabria e con le nazionali dei plavi, come devono ammettere tutti persino il serbo Djokovic che si è fatto maledire a casa sua perché tiferà per loro contro la Francia.

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