Cronache

Sugli sbarchi la fermezza va usata con equilibrio

Sugli sbarchi la fermezza va usata con equilibrio

Caro Direttore,

gli accadimenti che hanno messo il tema dei migranti in testa all'agenda mi spingono a invocare la sua attenzione, oltre che quella dei suoi lettori. Rivendichiamo qui la disponibilità a porre le basi per una serie di politiche durature e di buon senso, le stesse basi gettate dal presidente Antonio Tajani nel suo ultimo incontro con il premier libico Fayez al Sarraj. Invocare stabilità in Libia per avere stabilità in Europa e lavorare in questa direzione, anche con la proposta concreta di creare una lista nera per i trafficanti di donne e uomini, è la strada tracciata da Forza Italia, che ancora una volta si pone come guida in politica estera e immigrazione. Di questo genere di diplomazia l'Italia ha bisogno.

Mi occupo di immigrazione da circa 15 anni e so che le regole devono assolutamente cambiare. Allo stesso modo, sono cosciente che ciò che il nostro partito può mettere a disposizione del dibattito è la determinazione e la competenza, acquisita in vent'anni di lavoro, nel risolvere certi annosi problemi, coniugando il tutto con la pacatezza del dialogo. Quella che ha fatto brillare il presidente Silvio Berlusconi, nei suoi anni di governo, per l'alta considerazione che l'Italia era riuscita a raggiungere a livello internazionale. A questo proposito rammento la sua lungimiranza nel trattato di amicizia Italo-Libica firmato a Bengasi, simbolo di una serie di azioni di coesione che ci mettevano al centro dello scacchiere, che ci facevano esser padroni del destino del nostro Paese. Quell'amicizia Italo-Libica, rinsaldata appunto da Tajani, e rincorsa dal governo affannosamente.

Non è semplice essere dei moderati in un momento in cui i populismi la fanno da padrone, non è semplice saper interpretare con moderazione, fermezza e nell'interesse del Paese relazioni diplomatiche e politiche portando a casa i risultati.

Non mi fraintenda, rifuggiamo il buonismo che fa male ai buoni, cacciamo indietro il cattivismo che non fa bene nemmeno ai cattivi: la vita delle persone arriva prima di tutto, la dignità del nostro Paese va preservata, il regolamento di Dublino va cambiato, bisogna cercare di cooperare sul tema con tutti i paesi europei e del Mediterraneo.

Vogliamo tornare ad essere determinanti in Europa e nel mondo, e rivedere l'Italia sedersi ai tavoli che contano, pronta a cambiare le regole del gioco, con i fatti oltre che con le parole? Si metta l'equilibrio al servizio della forza, si metta il dialogo al servizio di chi avrà l'umiltà di ascoltare un partito che con il suo presidente ha fatto e farà la storia. Per davvero, senza egoismi e finzioni.

di Giorgio Silli,
deputato e responsabile Immigrazione di Forza Italia

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