Cultura e Spettacoli

A Venezia il curatore Rugoff annuncia "tempi interessanti"

Presentando ieri a Cà Giustinian la 58ma edizione della Biennale di Venezia, che aprirà l'11 maggio 2019, il presidente Paolo Baratta ha rivendicato con orgoglio una scelta che ha cambiato per sempre il modo di fare mostre

A Venezia il curatore Rugoff annuncia "tempi interessanti"

Presentando ieri a Cà Giustinian la 58ma edizione della Biennale di Venezia, che aprirà l'11 maggio 2019, il presidente Paolo Baratta ha rivendicato con orgoglio una scelta che ha cambiato per sempre il modo di fare mostre, trasformando il ruolo del curatore in una vera e propria disciplina creativa di pari dignità rispetto agli altri linguaggi dell'arte. Sono passati vent'anni da quando Baratta affidò ad Harald Szeeman la direzione delle Biennale Arte (fu l'unico a firmarne due edizioni): da lì, nel bene e nel male, la mostra è diventata espressione prima del suo ideatore, a seconda della fantasia, della voglia di correre il rischio, della capacità di intercettare il presente; il nome del curatore (che tutti ricordano e identificano) è diventato preponderante rispetto ad artisti e opere, spesso passate in secondo piano.

Tra i critici-star proposti nel lungo regno di Baratta qualcuno come Szeeman e Giorni ha brillato, qualcuno se l'è cavata (Macel e Birnbaum), altri non hanno aggiunto molto (Curiger, Enwezor). La nomina dell'americano Ralph Rugoff, direttore in carica della Heyward Gallery di Londra, accentua la linea accademica e filologica rispetto al dominio del contingente, che ha il limite di esaurirsi in fretta proprio come una notizia sui giornali.

Non si è ovviamente parlato di nomi di artisti ma di poetiche, a partire dal titolo molto più bello del precedente: May You Live in Interesting Times suona da auspicio e fiducia in un'epoca spesso liquidata per incertezza, un tempo dominato sì dai social e dalla nuova comunicazione ma anche teatro di nuove tensioni sociali, spostamenti di masse, mancanza di solidi punti di riferimento.

Quando la confusione regna sotto il cielo al creativo, intellettuale, artista è data una possibilità in più, rischiare una visione del mondo che anticipi la storia, magari sbagliando ma almeno ipotizzando scenari tutti da interpretare.

«In modo indiretto - dichiara Rugoff - l'arte può offrire una guida che ci aiuti a vivere e pensare in questi tempi interessanti. La mostra non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell'arte che includa sia il piacere che il pensiero critico.

Un'arte simile nasce dalla propensione a osservare la realtà da più punti di vista, ovvero dal tenere in considerazione nozioni apparentemente contraddittorie e incompatibili, di destreggiarsi fra modi diversi di interpretare il mondo che ci circonda».

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