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L'incuria verso le gomme è sempre preoccupante «Un premio ai più attenti»

Valerio Boni

Roma Se si analizzano i dati relativi alle immatricolazioni di auto nuove, la crisi sembra essere alle spalle, ma gli effetti degli anni più difficili sono tangibili. Basta analizzare il parco circolante, che alla fine del 2017 era composto da 51 milioni di veicoli, 38 milioni dei quali con un'anzianità di 11 anni e 7 mesi. È questo il primo dato importante messo in evidenza dalla 15ª edizione di «Pneumatici sotto controllo», l'iniziativa promossa da Assogomma e Federpneus, curata dal servizio di Polizia stradale su circa 10mila auto verificate la scorsa primavera. Quello dell'invecchiamento è un valore in costante e preoccupante crescita: solo 12 mesi fa il parco era più giovane di un mese e le vetture over 10 si fermavano al 52%. Ma la situazione era ben diversa nel 2010, con un'età media di 9 anni e 7 mesi, e solo il 39% immatricolate da più di 10 anni.

L'anzianità in sé non sarebbe un problema, se l'età non fosse proporzionale al calo della manutenzione. I controlli effettuati in sette regioni dimostrano che se, fino a 10 anni, le irregolarità in tema di sicurezza non superano il 20%, oltre questa soglia la tendenza si impenna, fino a raggiungere il 32%. Il trend è consolidato: se un veicolo è nuovo merita attenzione, ma quando invecchia inizia la ricerca del risparmio, che nella maggior parte dei casi riguarda la cura delle gomme.

I risultati sono impietosi, l'8,95% delle auto verificate aveva il battistrada sotto il limite di 1,6 millimetri, una media con differenze da regione a regione. La più virtuosa è il Veneto, mentre la peggiore è il Molise. Tuttavia, non è l'usura del battistrada l'unico elemento di pericolo, perché ci sono altre irregolarità ricorrenti, che vanno dalla non omogeneità di equipaggiamento, vale a dire il montaggio di pneumatici di marche e modelli differenti sullo stesso asse (4,67%), alla presenza di danneggiamenti sui fianchi, che possono determinare l'esplosione della gomma nel 3,46% dei casi. Senza dimenticare che il 3,15% delle auto (con un preoccupante 10,6% in Lazio) utilizzava pneumatici non omologati.

Da Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma, arriva una provocazione: «Perché non affiancare le sanzioni previste dal Codice stradale per i comportamenti pericolosi, con premi per gli automobilisti più virtuosi? Basterebbe prevedere la detrazione di quanto speso per il cambio delle gomme».

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