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Gli organizzatori: "Tifosi incoscienti"

Ma Prudhomme non fa mea culpa: «Basta con selfie, fumogeni e fischi»

Gli organizzatori: "Tifosi incoscienti"

Valence L'Equipe titola: «Irrespirable». L'aria del Tour è irrespirabile, e almeno in questo, anche i francesi concordano. La figura è planetaria, anche se nelle nebbie dell'Alpe d'Huez, rese tossiche dai fumogeni, non vedono bene la fine che fa Vincenzo Nibali. È probabile che abbiano semplicemente bucato la notizia. Che non ci sia premeditazione, ma visto che il siciliano aveva recuperato il gap dalla maglia gialla, per loro la questione era chiusa lì.

In ogni caso parla il gran patron del Tour, Christian Prudhomme. «La salita all'Alpe d'Huez è stata davvero disarmante, penosa, incontrollata. I corridori, gli eroi del Tour de France devono essere rispettati ed è quello che fa la gran parte del pubblico spiega -. Non bisogna fischiare né toccare i corridori, mai. Giovedì, purtroppo, nella seconda metà della salita si è concentrata una folla incosciente. E anche se non è stato un facinoroso a far cadere Nibali, è pur sempre stato uno spettatore. E questo non deve accadere. Fino alla curva degli olandesi tutto è andato per il meglio, poi è scoppiato il caos».

E ancora: «Bisogna ritrovare la serenità, la gioia di applaudire, la bellezza di far parte del pubblico del Tour. Dopo dieci giorni tranquilli, sono tornati in azione anche gli anti-Froome: rinnovo il mio appello alla calma. E soprattutto al rispetto dei corridori, mentre vediamo troppa gente che infastidisce i corridori, corre accanto a loro, cerca di farsi un selfie...».

Misure speciali in vista dei Pirenei? Direi di no, perché si tratta di salite normali: quelle speciali e più impegnative da presidiare, per la loro conformazione particolare, sono l'Alpe d'Huez e il Mont Ventoux».

Infine, sui fumogeni: «Non si vedeva più niente. E c'era confusione dovunque. I fumogeni non hanno nulla a che vedere con il ciclismo. Si costringono i corridori a respirare un fumo nauseabondo e in più li si acceca.

Non ha alcun senso, non si può continuare così».

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