Cronache

Sprangate alla dottoressa E il ministro annuncia una legge «salva-medici»

Picchiata per aver chiesto di rispettare i turni Grillo: «Basta aggressioni, pronto un ddl»

Sprangate alla dottoressa E il ministro annuncia  una legge «salva-medici»

Nuova aggressione in un pronto soccorso siciliano. La vittima è una dottoressa in servizio all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania. È diventato sempre più rischioso lavorare nei presidi sanitari, dove si chiede la presenza costante delle forze dell'ordine. Ed è stato un poliziotto in servizio nel nosocomio, coadiuvato da personale sanitario accorso dopo lo scatenarsi di un alterco, a sottrarre allo specialista alle furie di una donna che, con un'altra, si era presentata direttamente al medico in servizio, pretendendo un'immediata visita per la figlia che presentava una ferita da forchetta. La dottoressa ha invitato la donna a registrarsi al triage per la valutazione del rischio e a rispettare i turni. E allora apriti cielo.

La sconosciuta ha afferrato un'asta metallica da un carrello medico che si trovava vicino a lei e ha tentato di colpire la dottoressa. Solo l'intervento dell'agente ha scongiurato il peggio. E dire che, paradossalmente, nel corso del trambusto venutosi a creare, la ragazza ferita era stata già ricevuta in un ambulatorio medico e visitata. Tre i giorni di prognosi per la dottoressa per stato d'ansia, e per la donna, una 21enne, è scattata la denuncia in commissariato.

Si tratta del tredicesimo episodio di aggressione in soli quattro mesi tra Catania e Palermo. Casi sempre più frequenti, che toccarono l'apice nel settembre 2017 con lo stupro della dottoressa in servizio al pronto soccorso di Trecastagni. Un altra gravissima vicenda si registrò nel gennaio 2017, quando fu organizzata un'autentica spedizione punitiva ai danni di un medico del pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Catania che si era rifiutato di fornire le generalità di una ragazza coinvolta in un incidente.

Sulla nuova aggressione interviene il ministro della Salute, Giulia Grillo, che parla di «ennesimo gravissimo episodio di violenza» che desta «sconcerto e grande preoccupazione». E fa sapere che è in arrivo un ddl ad hoc. «Purtroppo - dice il ministro - non sono casi rari e isolati, sta diventando ormai una pericolosa costante che non ha e non può avere spiegazioni in qualsiasi modo accettabili. Questo grave fenomeno mi aveva già convinta della necessità di un intervento legislativo. Presenterò presto un ddl, che stiamo valutando col ministero della Giustizia, che va nella direzione di un inasprimento delle pene per le violenze commesse nei confronti del personale sanitario». «E stiamo valutando gli interventi necessari per la sicurezza sul lavoro - conclude -. Inoltre, come ministero della Salute siamo in contatto col ministero degli Interni per rafforzare la vigilanza delle forze di polizia negli ospedali e nelle strutture sanitarie più a rischio».

L'Arnaao Sicilia chiede un incontro al prefetto di Catania, Silvana Riccio, al sindaco Salvo Pogliese e all'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Il segretario Arnaao Sicilia, Antonino Palermo e la segretaria aziendale del Vittorio Emanuele, Rosalia Silvana Latino, incontreranno il direttore generale facente funzione dell'azienda sanitaria, Giampiero Bonaccorsi, per «trovare soluzioni nell'immediato e porre fine a questa deplorevole e ormai reiterata situazione allarmante». «Responsabilità strutturali, mancata vigilanza, carenza di organico, mancanza di rispetto nei confronti degli operatori sanitari: poco importano le motivazioni - dice Palermo -. È inconcepibile che un professionista vada a lavorare e debba rischiare la sua incolumità.

È giunto il momento di dire basta».

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