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Macron nei guai scarica il bodyguard

Il premier ai suoi: "Comportamento inaccettabile". Oggi il ministro dell'Interno in Aula

Macron nei guai scarica il bodyguard

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha riconosciuto che ci sono state «disfunzioni all'Eliseo» nel caso di Alexandre Benalla, il suo addetto alla sicurezza finito sotto accusa per aver picchiato un manifestante.

Macron ha definito il suo comportamento «sorprendente e inaccettabile» e ha assicurato che sarà trattato con fermezza. Le parole del presidente, pronunciate durante un incontro con i suoi più stretti collaboratori, sono state riportate ieri sera dal quotidiano Le Figaro online. Il giornale riferisce che Macron ha riunito all'Eliseo il premier, Edouard Philippe, il ministro dell'Interno, Gerard Collomb, il portavoce del governo, Benjamin Griveaux, e il responsabile del suo partito, Christophe Castaner, per discutere della questione. Sempre secondo Le Figaro, Macron ha incaricato il segretario generale della Presidenza, Alexis Kholer, di una riorganizzazione degli incarichi interni all'Eliseo perché non si ripeta più un caso simile.

La bomba politica è a rischio deflagrazione. Al punto che l'Assemblea Nazionale francese sospende l'esame della riforma costituzionale finché nel Paese non ci saranno «condizioni più serene». A gettare la presidenza Macron e la Francia intera in un clima di incertezza non solo politica ma di sicurezza, è appunto il caso Alexandre Benalla innescato mercoledì da Le Monde. Il quotidiano ha pubblicato il video dell'ex guardia del corpo di Macron - assunta all'Eliseo dopo la vittoria di En Marche! e già interprete di violenze su giornalisti tanto da guadagnarsi il soprannome di «Rambo» - protagonista delle brutali immagini della Festa dei lavoratori.

Durante quella manifestazione, a cui era stato autorizzato come «osservatore», Rambo indossa l'elmetto della polizia senza averne titolo, picchia due manifestanti inermi con un altro membro della sicurezza para-presidenziale, Vincent Crase, dipendente di En Marche!, e non viene licenziato ma solo sospeso per due settimane. Dall'Eliseo la notizia viene silenziata, il video (di cui sia Macron, sia il ministro dell'Interno erano a conoscenza) non arriva in procura. E se i picchiatori oggi sono indagati, è soltanto grazie a Le Monde.

L'Eliseo spiega di aver allontanato il 26enne Benalla. Ma la cenere posata sul 1° maggio di fuoco comincia a volare. Prima nel palazzo, poi fuori. Altre immagini mostrano Benalla accanto a Macron ai giardini Monet il 13 luglio ed anche alla parata del 14. Emerge un lussuoso appartamento a sua disposizione esclusiva, un'auto superequipaggiata, un autista e uno stipendio da 10mila euro. Conti che ai francesi non tornano e comportamenti ingiustificabili assunti secondo la procura pure dopo le violenze. Da ieri si parla di «ingerenza nell'esercizio della funzione pubblica». Benalla ha infatti avuto accesso al video top secret di quel 1° maggio.

Le immagini della videosorveglianza gli sono state fornite il 18 luglio da tre agenti della prefettura di Parigi per agevolarlo nella difesa. Perché? I tre, un vice capo di stato maggiore, un commissario e il comandante responsabile dei rapporti tra il Dipartimento di polizia e l'Eliseo, sono in custodia cautelare e non possono avere contatti con Crase e Benalla, per cui è arrivato il licenziamento e gli è stata tolta l'arma dal giudice.

La polizia vuole vederci chiaro.

Ieri ha perquisito il suo domicilio, quello precedente alla dépendence con vista Tour Eiffel donata da Macron, dove oggi risiedono il segretario generale dell'Eliseo, il direttore di gabinetto, il capo di Stato maggiore e il 26enne body-guard.

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