Economia

Giù i titoli della galassia Fiat. La Ferrari sbanda in Borsa

Fca limita i danni (-1,6%) e S&P conferma la pagella Il Cavallino cede il 4,8%, occhi sul piano industriale

Giù i titoli della galassia Fiat. La Ferrari sbanda in Borsa

Il mercato deve metabolizzare l'uscita repentina, e drammatica, di Sergio Marchionne che molti analisti finanziari definiscono l'architetto, l'ingegnere e il capo pilota di Fca. Ma sempre secondo gli operatori internazionali, Mike Manley - già responsabile dei marchi Jeep e Ram e promosso al ruolo di amministratore delegato - è la persone giusta per traghettare il gruppo auto italo-americano nel futuro.

Il titolo di Fiat Chrysler Automobiles ha assorbito meglio il contraccolpo e contenuto il rosso del 5% di inizio seduta, chiudendo la giornata in Piazza Affari con un calo dell'1,5% a 16,17 euro. La maglia nera del listino milanese è invece andata alla Ferrari che ha lasciato sul terreno il 4,8% a 113,95 euro.

Stessa musica anche a Wall Street, dove Fca è partita con -3% per poi recuperare e il Cavallino è rimasto a corto di benzina, continuando a perdere a metà seduta più del 5 per cento. Mentre il nuovo ad di Fca, Manley, rappresenta la continuità, quello di Maranello, Luis Camilleri, secondo qualche analista potrebbe essere costretto a rinviare il piano che Marchionne, inizialmente destinato a rimanere presidente e ceo fino al 2021, prevedeva di annunciare a settembre.

La cosiddetta galassia Agnelli - comprende anche le azioni di Cnh (-1,7%) e la holding Exor (-3,2%) ha virtualmente perso 2,3 miliardi nella prima seduta dopo la drammatica uscita di scena di Sergio Marchionne, le cui condizioni di salute sono precipitate nel corso del week end. La capitalizzazione combinata dei quattro titoli venerdì scorso si attestava infatti quasi a quota 74,4 miliardi mentre ieri, in chiusura, è scesa poco sopra 72 miliardi.

La reazione, per quanto negativa, non appare però drammatica: il processo di successione a Marchionne, che avrebbe garantito continuità, era preparato da mesi. Lo stesso presidente, John Elkann, ha voluto rassicurare che Manley e la squadra di management «lavoreranno alla realizzazione del piano 2018-2022 presentato a Balocco il primo giugno scorso, che assicurerà a Fca un futuro sempre più forte e indipendente».

A gettare acqua sul fuoco dei mercati è arrivata anche Standard & Poor's facendo sapere che rating e prospettive di Fca restano invariati perché l'agenzia internazionale non si aspetta con Manley «alcuna deviazione» dalla strategia annunciata lo scorso primo giugno a Balocco. Anzi, S&P's non esclude una promozione, «se il gruppo continuerà a registrare miglioramenti della redditività e della generazione di flusso di cassa, nonostante le condizioni di mercato più deboli negli Stati Uniti».

Anche gli analisti sono convinti che l'eredità di Marchionne al Lingotto sarà gestibile. L'aggettivo forse più ricorrente tra quelli usati dai broker per definire l'ultimo piano industriale firmato dal manager, non a caso, è stato solido. L'impatto maggiore è atteso sul titolo Ferrari, perché in seguito al pensionamento da Fca inizialmente previsto ad aprile 2019, Marchionne sarebbe rimasto responsabile della Rossa fino al 2021.

Le azioni del Cavallino hanno comunque scontato un prezzo di Borsa su multipli elevati e il lungo rally da inizio anno. Gli esperti ricordano anche che la presentazione del business plan è prevista per settembre e, a tal proposito, gli analisti di Banca Imi credono che il mercato guardasse a Marchionne come un driver chiave per la crescita futura della casa di Maranello.

Il nuovo ad Camilleri (già consigliere della Ferrari nonchè ex ad di Philip Morris) avrà bisogno di tempo per conoscere l'azienda e deve affrontare già la prima sfida: chiudere l'accordo con Liberty Media sul rinnovo del contratto per condividere i guadagni dalla Formula Uno.

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