Cultura e Spettacoli

Per capire Proust bisogna tornare a "sintonizzarsi"su Debenedetti

Per capire Proust bisogna tornare a "sintonizzarsi"su Debenedetti

Ci sono piccoli libri, a metà fra il saggio critico e il ritratto d'autore, che ci aiutano ad avvicinarci ai classici della letteratura, divertendoci. E poi ci sono libretti che - oltre a tutto ciò - sono anche, nella forma, modelli di divulgazione culturale. Ecco. Il libro di Giacomo Debenedetti Un altro Proust, appena ripubblicato da Sellerio (pagg. 124, euro 10), riunisce entrambe le funzioni.

Un altro Proust è un libro molto particolare. Si tratta del testo di un'originalissima trasmissione radiofonica andata in onda sul terzo canale Rai nel 1952 (edito la prima volta alla fine dello stesso anno, da Macchia, col titolo Radiorecita su Marcel Proust) scritto da un critico straordinario e grande conoscitore della Recherche, Giacomo Debenedetti (1901-67). Il dialogo radiofonico (protagonisti sono IL CRITICO, UNA DONNA, 1° E 2° LETTORE e IL PUBBLICO), tra aneddoti, domande, citazioni, brevi letture e curiosità, fa incontrare gli specialisti e i semplici amanti della lettura attorno allo scrittore francese. Scrive Eleonora Marangoni nell'introduzione alla nuova edizione della radiorecita: «Debenedetti tenta un'impresa che a pochissimi è riuscita: raccontare Proust fuori dai circuiti canonici, girando al largo dagli schemi costituiti e dai preconcetti». Insomma, fortiter in re (il contenuto rimane altissimo), suaviter in modo (il tono dominante è la leggerezza).

L'occasione di cronaca della trasmissione (che rimase un unicum) è il ritrovamento nel 1952 del manoscritto, subito pubblicato in Francia e in Italia, del Jean Santeuil: il romanzo «tentato e mancato», abbozzato fin dal 1895 dal giovane Marcel e rimasto incompiuto, che costituisce «una specie di Ricerca del tempo perduto, scritta quando Proust non poteva ancora ricercarlo». E il risultato è una inedita lezione di letteratura: Chi è davvero questo Marcel Proust? Che razza di opera ha scritto? Perché la Recherche è un libro difficile da leggere ma facilissimo da ricordare, anche senza averlo letto? E sopratutto: cosa può ancora insegnarci? Come potete capire, non è poco.

Immaginiamoci - ed ecco il riferimento al livello medio di divulgazione culturale in Italia ai tempi di youtuber e influencer - se oggi un critico o un giornalista proponesse a un direttore di rete qualcosa del genere... «Un altro Proust?! Ma basta...».

Detto questo, buon ascolto.

Commenti