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Trump chiama Elkann: "Sono addolorato"

Il leader Usa: «Vicino alla famiglia». Montezemolo: «Sergio grande manager»

Trump chiama Elkann: "Sono addolorato"

Anche gli Stati Uniti ringraziano Sergio Marchionne per il salvataggio di Chrysler e quanto fatto per il mercato del lavoro americano. Ieri pomeriggio a muoversi è stata la stessa Casa Bianca: Donald Trump, ha telefonato a John Elkann, presidente del gruppo Fca, per esprimergli personalmente il suo dolore per le condizioni del manager e gli ha chiesto di trasmettere la sua vicinanza alla famiglia.

Tornando in Italia, anche Luca Cordero di Montezemolo rende l'onore delle armi a Marchionne, il manager responsabile del suo spodestamento dal cda di Fiat nell'agosto del 2014 e poi dal vertice di Ferrari. «È uno dei più grandi manager internazionali. Abbiamo iniziato e proseguito insieme un lungo e proficuo pezzo di strada alla Fiat negli anni più drammatici (Montezemolo è stato presidente del Lingotto dal 2004 al 2010 ndr) con grande spirito di amicizia e collaborazione», ha rimarcato Montezemolo in una nota, senza però nascondere i «contrasti anche molto duri» avuti «nel passato recente». Montezemolo ha poi concluso sottolineando il «coraggio, la capacità e la visione di Sergio, che hanno permesso il salvataggio e il rilancio del primo gruppo industriale italiano e contribuito a modernizzare le relazioni sindacali nel Paese».

Sempre sul fronte imprenditoriale, Marco Tronchetti Provera, ad di Pirelli, ha descritto l'ex capo di Fca come «un emblema della vitalità italiana» e ha ribadito che «è un motivo d'orgoglio per tutti noi cosa è riuscito a fare per Fiat e Ferrari». Parole commosse poi da Franzo Grande Stevens, legale di Gianni Agnelli e presidente onorario della Juventus, che ha parlato di Marchionne come del «migliore amico di una vita».

Passando all'agone politico, per Renato Brunetta di Forza Italia, Marchionne «è il più grande manager che l'Italia abbia visto negli ultimi 20-30 anni. Se fosse stato per il sindacato comunista, non ci sarebbe più la Fiat, sarebbe fallita o ci sarebbe stato un qualche tipo di baraccone come Alitalia».

Il vicepremier Luigi Di Maio, pur sostenendo di essere stato quasi sempre su posizioni opposte a quelle dell'ex numero uno di Fca, ha invece preso posizione contro una «sedicente sinistra che quando Marchionne era potente gli ha fatto fare quello che voleva e adesso lo attacca. È un comportamento vile».

«Provo disgusto verso chi, in queste ore, ironizza o insulta un uomo come Marchionne che sta vivendo ore disperate», ha scritto l'ex premier Matteo Renzi sui social. Renzi aveva già paragonato Marchionne a «un gigante» «stimato da Obama» che «ha salvato la Fiat quando sembrava impossibile farlo».

Parole di elogio anche da Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico nella precedente legislatura: «Marchionne è stato l'uomo che ha salvato la Fiat, nell'unico modo possibile, cioè facendola diventare un grande player internazionale. Calenda, tuttavia, conclude: «Non è come si diceva una volta che quello che va bene per la Fiat, va bene anche per il Paese. Non è più così».

Non mancano parole di elogio anche dal fronte sindacale sia dall'Ugl Metalmeccanici sia della Fim Cisl Basilicata.

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