Economia

Tim apre il risiko delle partecipate

Avanti con la cessione di Persidera. I profitti salgono del 3,7%, ma pesa il Reais

Tim apre il risiko delle partecipate

Crescono i ricavi di Tim nei primi sei mesi dell'anno a 9,4 miliardi. L'aumento a tassi costanti è dell'1,5% ma, a causa della pesante svalutazione del reais brasiliano e comparando i ricavi 2018 con quelli dei primi sei mesi 2017, c'è un calo del 2,7 per cento. Il cambio sfavorevole ha pesato sul bilancio di Tim per 286 milioni e questo nonostante la crescita dei ricavi in Brasile pari al 5,3 per cento.

I conti sono stati presentati ieri al cda dall'ad, Amos Genish, che prosegue con il suo piano di digitalizzazione e rinnovamento della società telefonica, che vede i ricavi domestici in aumento di 24 milioni, dribblando i malumori dei soci di maggioranza. Al momento Vivendi sembra in «tregua estiva» ma a settembre l'azionista francese, che ha il 24,9% e che nell'assemblea del 4 maggio scorso ha dovuto cedere lo scettro della governance al fondo attivista Elliott, farà di tutto per riprendere il controllo della società. L'occasione potrebbe essere l'elezione dei revisori dei conti che non erano stati nominati nella passata assemblea per mancanza di consensi.

Quanto al semestre appena concluso, che ha visto varie criticità come il passaggio della tariffazione da 28 a 30 giorni, l'utile è stato pari a 618 milioni in crescita del 3,7% su base organica, ovvero a tassi e perimetro costante. L'ebitda è pari a 4 miliardi in linea con lo stesso periodo del 2017, su base organica e al netto degli oneri non ricorrenti e delle svalutazioni. L'indebitamento netto è sceso di 167 milioni a 25,141 miliardi a fine giugno rispetto a dicembre scorso.

In prospettiva, però, si affacciano nuovi investimenti cospicui sopratutto per l'acquisto delle frequenze 5G, ossia quelle che permetteranno la realizzazione dei servizi di nuova generazione e che sono dunque molto importanti.

Per far fronte ai nuovi oneri Tim ha ribadito la possibilità di vendita di alcune partecipate confermando la prosecuzione della cessione di Persidera.

Intanto oggi il dossier sulla separazione della rete Telecom sarà nuovamente sul tavolo del consiglio Agcom. Nell'ultima riunione prima della pausa estiva l'Autorità, dopo un primo approfondimento, deciderà di prorogare i termini del procedimento. L'atteso avvio della consultazione pubblica, che in genere dura trenta giorni, slitterà dunque, molto probabilmente, a settembre. Il garante delle tlc ha dato un primo via libera al progetto, avviando dunque l'iter che prevede, tra l'altro, il parere dell'Antitrust e quello della Ue. Telecom, a fronte del progetto di separazione, ha chiesto delle concessioni regolatorie.

Come del resto aveva detto, ai primi di giugno, l'ad Genish sottolineando che il gruppo è «preoccupato del costante calo dei prezzi all'ingrosso che non sempre tengono conto del costo effettivo degli investimenti che devono essere fatti sulla rete, mettendo così a rischio la sostenibilità degli stessi». E quindi della Netco, ovvero la società della rete che Tim vuole creare per la separazione della stessa. Il progetto di Telecom però non contempla, almeno al momento, la «separazione totale», presupposto necessario nell'ipotesi di fusione con Open Fiber.

Nel frattempo, ieri il titolo chiuso la seduta con un rialzo dello 0,3 per cento.

Da maggio, però, le azioni hanno lasciato sul terreno di Piazza Affari circa il 30% a causa della pressione sulle tariffe esercitata dall'arrivo di nuovi operatori (come Iliad).

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