Cronache

Se serve un pm per bucare un pallone

Il tribunale proibisce il calcio all'oratorio: "È troppo rumoroso"

Se serve un pm per bucare un pallone

«Se non la smettete ve lo buco!», ci dicevano i grandi una volta, quando li sfinivamo con interminabili partite di calcio sotto le loro finestre, in cortile. «Se non la smettete vi porto in tribunale!», dicono oggi. Ora, bucare un pallone non era operazione particolarmente difficile, ma prima lo si doveva agguantare, e vi assicuro che per i nostri «nemici» non era impresa facile. Di contro, vincere una causa anti-pallone, che in Italia nonostante tutto resta una sorta di gloria nazionale, non è cosa da tutti i giorni, ma in qualche caso può essere sufficiente possedere il requisito adatto.

Così è stato a Lumellogno, frazione di Novara. L'adulto in questione, residente in Via alla Chiesa, se l'è presa, seppure indirettamente, proprio con... la Chiesa, nella persona di don Fabrizio Mancin, poiché nell'oratorio che a lui fa capo pare che decine e decine di ragazzini tirino calci dalla mattina alla sera. E lo fanno proprio sotto la casa del malcapitato, il quale (ed ecco il requisito indispensabile cui accennavamo) al lavoro fa i turni di notte, quindi di giorno deve dormire. Non conosciamo il pregresso, se cioè ci siano state, da parte del richiedente silenzio, dapprima gentili richieste, poi invocazioni, quindi proteste, infine urla belluine o persino (non sia mai) qualche bestemmia. Sappiamo però che il tribunale cui si è rivolto invocando il triplice fischio finale gli ha dato parzialmente ragione. Anche se i fanciulli, per bocca del loro commissario tecnico in pectore, anzi in abito talare, don Fabrizio, sostengono che gli ha dato fin troppa ragione, limitando le loro sfide calcistiche fra le 13 e le 18, mentre dalle 11 alle 12 il campetto da calcio potrà sì essere usato, ma senza pallone (forse per le sedute tattiche...). «Avevo tentato una trattativa con gli avvocati, ma alla fine è giunto il dispositivo del tribunale», afferma il sacerdote, deluso. Così la «fonte di molestia sonora» è stata, in attesa del ricorso, silenziata.

Morale: gli sbarbatelli di oggi devono invidiare i loro nonni, che fino a quando tenevano il pallone dalla parte del manico, cioè fra i piedi, erano al riparo da una bonaria Giustizia armata di forbici.

Oggi la Giustizia degli adulti parla con le carte bollate, che in fondo sono il suo Var.

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