Cronaca locale

Catturata la banda che faceva milioni con i rifiuti

In cella 9 "uomini chiave", tutti incensurati, di altrettanti impianti. Giro d'affari di 2 milioni

Catturata la banda che faceva milioni con i rifiuti

Un buon lavoro di squadra, il nome di una grande società immacolata a fare da paravento, denaro sicuro in grandi quantità, niente armi e, almeno nell'immediato, niente morti sulla coscienza. Avevano molti «buoni» motivi per continuare il loro business e chissà dove sarebbero arrivati i 9 uomini, tutti incensurati, coinvolti nell'inchiesta dei carabinieri forestali coordinati dalla Dda di Milano, sul traffico illecito di rifiuti che ha portato alla chiusura e al sequestro di altrettante società tra la provincia di Milano, Lodi e Pavia, quindi sette uomini in carcere e due ai domiciliari accusati di associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento illegale di tutta la spazzatura prodotta dalle fabbriche. Tra loro, anche l'amministratore della Ri-Maflow, società di Trezzano sul Naviglio diventata un caso in Italia perché gli operai hanno riconvertito la fabbrica con l'autogestione.

Nuova Cartaria Natale, Immobiliare Natale area 2 e area 3, Area Nicas srl, Altieri A. srl, Impianto Porcelli, Impianto Polirecuperi, Piemonte Recuperi sono i nomi delle altre ditte coinvolte nel giro illegale e per le quali ora è stato nominato un curatore. Imprese che svolgevano anche attività legali, ma che secondo gli investigatori dell'Arma non esitavano a utilizzare capannoni per lo stoccaggio di materiale proibito e macchinari per il confezionamento e la triturazione abusiva, fonte di inquinamento idrico dovuto alla mancanza di apparati idonei per lo scarico e a rischio roghi per l'assenza di sistemi antincendio.

Risparmiando sugli impianti che avrebbero reso le operazioni di smaltimento legali, gli imprenditori arrestati erano in grado di offrire prezzi molto vantaggiosi ai produttori di rifiuti, naturalmente sempre offrendosi di smaltirli regolarmente. Quindi estraevano dalla carta da parati un pvc scadente che vendevano in Italia, in Messico e in Turchia a un prezzo tre volte più basso del normale, materiale plastico tossico con il quale venivano realizzati prodotti di uso comune tra cui anche scarpe per bambini. Per un profitto finale, secondo i carabinieri forestali, di tutto rispetto: 2milioni e 100mila euro.

Troppo sicuri questi signori del patume? Per essere degli incensurati erano certamente molto disinvolti. Anche se in una frase emersa dalle intercettazioni uno di loro mostra un certo pragmatismo in merito all'attività illecita che sta svolgendo e si lascia andare esclamando: «Se ci fanno un controllo ci blindano tutti».

L'inchiesta ha preso il via nel 2016 quando a Voghera (Pavia) vennero sequestrati due capannoni delle ditte Recology e Gibiemme 2000 risultati pieni zeppi di rifiuti e dove era palese la violazione delle normative specifiche del settore.

Durante le indagini è stata scoperta anche una discarica abusiva in via Campazzino (zona via Ripamonti), proprio all'interno del Parco Agricolo Sud di Milano.

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