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Pennsylvania, Gran giurì chiede condanna per 300 sacerdoti pedofili

Il Gran giurì della Pennsylvania ha ritenuto valide le prove a carico di 300 preti pedofili. Spetterà alla Corte Suprema dello Stato stabilire le condanne appropriate

Pennsylvania, Gran giurì chiede condanna per 300 sacerdoti pedofili

In Pennsylvania, il Gran giurì statale ha sancito la validità delle prove a carico di 300 sacerdoti pedofili raccolte dagli inquirenti negli ultimi due anni. L’organo giudiziario è pervenuto a tale conclusione dopo avere ascoltato le testimonianze di dodici vittime di abusi e dopo avere analizzato più di mezzo milione di documenti riservati delle diocesi. Il fascicolo di 900 pagine inerente ai sacerdoti pedofili è stato subito trasmesso alla Corte Suprema dello Stato, la quale dovrà determinare l’entità delle condanne. Soddisfazione per il responso del Gran giurì è stata espressa dal Procuratore Generale della Pennsylvania, Josh Shapiro. Egli ha poi rivolto un appello alla Chiesa cattolica, esortandola a fornire ai magistrati americani informazioni utili a individuare altri responsabili di abusi.

I casi di pedofilia accertati dal Gran giurì avrebbero avuto luogo più di trenta anni fa in sei diocesi della Pennsylvania: Allentown, Erie, Greensburg, Harrisburg, Pittsburgh e Scranton. I 300 religiosi denunciati avrebbero goduto della protezione delle gerarchie ecclesiastiche statali. Queste ultime avrebbero volontariamente omesso di inviare alla magistratura le segnalazioni ricevute dalle vittime di abusi. Le violenze ai danni di minori sarebbero state perpetrate tra il 1971 e il 1974. Nessun dettaglio sull’identità dei sacerdoti pedofili è stato fornito dall’entourage del Procuratore Shapiro. Restano per il momento sconosciuti anche i nomi dei vescovi che non avrebbero informato l’autorità giudiziaria circa i reati sessuali commessi nelle sei diocesi.

Dopo che il Gran giurì ha sancito la validità delle prove raccolte dagli inquirenti in due anni di indagini, il Procuratore Shapiro ha dichiarato: “Oggi, il lavoro dei miei collaboratori ha ricevuto il giusto riconoscimento. La Corte Suprema dovrà attenersi alle conclusioni del Gran giurì. Dopo avere sofferto per tanti anni a causa del silenzio delle istituzioni, le vittime di pedofilia riceveranno finalmente giustizia dallo Stato della Pennsylvania.” Egli si è poi rivolto alle gerarchie ecclesiastiche, esortandole a collaborare con i magistrati: “Le indagini a carico di sacerdoti non sono dirette a diffamare la Chiesa cattolica, ma a punire chi ha infangato la reputazione di tale istituzione millenaria. I vescovi, i parroci e tutti i fedeli devono aiutare i Procuratori statali a individuare i responsabili dei reati ai danni dei minori, al fine di sradicare definitivamente la pedofilia dalle diocesi americane.” Prima del responso del Gran giurì, lo stesso Shapiro aveva inviato una lettera a Papa Francesco, al fine di informare il pontefice riguardo alla scarsa collaborazione offerta dai vescovi della Pennsylvania durante le indagini sui religiosi responsabili di abusi.

Critiche alle tesi della Pubblica accusa sono state formulate dall’associazione Catholic League. Quest’ultima sostiene che il dossier realizzato da Shapiro a carico dei 300 sacerdoti sarebbe “inquinato da testimonianze estorte”.

Il Procuratore, inoltre, avrebbe “volontariamente espunto dal dossier le prove dell’innocenza dei vescovi”, al fine di “indirizzare il Gran giurì verso un verdetto sfavorevole alla Chiesa”.

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