Politica

Benvenute «magiche» notti d'estate

Un paio di mesi nella misteriosa giungla domestica e si cambia idea

Maurizio Acerbi

Milano La colpa, diciamolo, è di Hollywood, che ci ha messo in testa che Quando la moglie è in vacanza per il marito si aprono le porte del paradiso. Libertà di fare quello che si vuole in casa, disordine ribelle, serate con amici e, magari, pure la cinematografica scappatella. Invece, altro che Marilyn. Ben che vi vada, alla porta vi suonerà l'inquilino del piano di sotto, infuriato perché gli avete allagato il balcone per colpa dei vostri fiori.

La partenza della dolce compagna rappresenta, per il consorte rimasto in città, l'anticamera dell'inferno domestico. Innanzitutto, entrando nella dimora del marito in versione casalingo si può facilmente intuire da quanti giorni la moglie sia partita. Se per l'età di un albero si contano gli anelli concentrici del tronco, per stabilire con precisione l'assenza della signora è sufficiente sommare il numero delle magliette che sono sparse per la casa. Sette T-shirt, una settimana di vacanza. Non si sbaglia, è scientifico. Prima o poi, mutande, calze e affini finiscono e arriva il dilemma-lavatrice, elettrodomestico da voi ritenuto ornamentale nelle stagioni meno calde, ma che è stato acquistato per uno scopo. E allora iniziano le telefonate in vivavoce con la moglie che, come si fa con i bimbi all'asilo, vi guida, passo dopo passo, nel magico mondo dei 30°, dei colorati, della funzione sport. «Schiaccia start. Gira la manopola di due scatti, metti due dita di detersivo. Sì, quello con su scritto detersivo per lavatrice. Bravo. Poi stendi». Per non parlare della lavastoviglie. Anche lì: si accumula, si accumula, fino a quando i piatti terminano, imponendovi il fatidico ciclo di lavaggio. Ed è allora che scoprirete come per la lavastoviglie ci voglia un detersivo apposito. Quello, infatti, concentrato per i piatti, da voi impunemente versato nella convinzione che «tanto qualcosa farà», inonderà di schiuma persino il pavimento, costringendovi a operazioni da marine per recuperare tazzine e bicchieri sommersi.

Si diceva dei fiori. La partenza della moglie dimostra inconfutabilmente come le piante di casa siano vive, vegete e parteggino per lei. Perché, fateci caso, signori maschi: quando lei bagna le piante, sa sempre quanta acqua versare nei vasi, senza farne cadere una goccia. Una macchina infallibile. Quando lo fate voi, immancabilmente, anche diminuendo le dosi, finirete sempre, e ribadisco sempre, per far esondare due-tre vasi alla volta, costringendovi a rapide manovre di tamponamento dei rivoli che, implacabili, si gettano dal vostro balcone per finire sulla testa dei passanti. Un incubo estivo che nessun manuale è ancora riuscito ad esorcizzare.

Poi, arriva il momento della cena. Un trionfo di pizza a domicilio, buste di affettati, insalata dell'Esselunga già pulita e con olio e aceto dosati, pizza a domicilio, scatolette di tonno, pizza a domicilio. E se poi vi azzardate a prendere un surgelato da scaldare al microonde ecco iniziare i turbamenti: «Ma la pellicola trasparente si toglie?», lasciandovi imbambolati con la lasagna in mano che vi guarda implorando «ti prego, finiamo questo strazio, mangiami». E poi, i rifiuti vanno gettati ed è lì che nascono gruppi Whatsapp di maschi a domicilio che si supportano scambiando consigli su «ma le lattine vanno con la plastica o il vetro?». Dilemmi che neanche la precedenza della nascita dell'uovo o della gallina sono stati così dibattuti. Quando lei sta per tornare, si scatena il rimorso. L'uomo, di solito, si prende un giorno intero per cercare di dare ancora un decoro all'appartamento. Iniziano le grandi manovre di pulizia. Per la prima volta, il letto viene rifatto, il Folletto acceso, le riviste rimesse a posto, la polvere (a grandi linee) tolta, le macchie dal pavimento pulite (tanto lei se ne accorgerà), le cartacce buttate.

«Tutto a posto a casa, caro?». «Una passeggiata, amore mio».

Coraggio uomini: l'estate dura solo tre mesi.

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