Politica

In Spagna è record di sbarchi: ora 4 migranti su 10 vanno là

In sei mesi triplicati gli arrivi, 1.200 in soli due giorni. Il ministro iberico: "Serve una soluzione europea"

In Spagna è record di sbarchi: ora 4 migranti su 10 vanno là

Cronache quotidiane di soccorsi di immigrati in mare e di servizio accoglienza sotto pressione. Ma per la prima volta non riguardano l'Italia. Da quando il nuovo governo ha dichiarato guerra ai trafficanti di vite umane, chiudendo i porti alle navi Ong che raccolgono in mare gli immigrati quasi sempre a poche miglia dalle coste libiche, i criminali che organizzano i viaggi hanno cambiato meta, scegliendo come destinazione la Spagna. Il 38% dell'immigrazione europea passa infatti per la Penisola iberica, dove, da gennaio al 25 luglio sono arrivati 20.992 immigrati, ovvero tre volte in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Tutto proporzionalmente legato al declino registrato dagli arrivi in Italia, che quest'anno (con dati aggiornati al 25 luglio) ha accolto 18.130 immigrati rispetto ai 94.448 dell'anno precedente. Si tratta dell'80% in meno di sbarchi, come certificato da uno studio dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.

«La musica è cambiata. Volere è potere» commenta su Facebook soddisfatto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, riprendendo il reportage del Corriere dalle navi della Marina davanti alla Libia: «Qui tutto è cambiato, non passa più nessuno». La Spagna è in difficoltà a causa della forte pressione migratoria a cui non era abituata. E il sistema di assistenza in diverse province, come Cadice, Malaga e Granada è sopraffatto. Non sono mancate, come riporta la stampa iberica, scene di immigrati che dormono ammassati nei patii delle stazioni di polizia, nei porti, e sui ponti delle navi dei soccorsi.

Intanto i salvataggi nello Stretto di Gibilterra continuano: 240 immigrati, tra cui un bambino e 15 donne, sono stati recuperati da 12 imbarcazioni, mentre tentavano di raggiungere la Spagna. E anche il giorno prima si erano registrati diversi interventi, con un migliaio di immigrati soccorsi. Di questi, 709 erano nello Stretto di Gibilterra, precisamente nelle acque della provincia di Cadice, e cercavano di arrivare sulla costa spagnola. La prima operazione era scattata all'alba a 13 miglia a sud ovest di Tarifa e per tutto il giorno si sono susseguiti salvataggi e relativi sbarchi nei porti di Barbate e Tarifa. Ad Almeira sono stati fatti arrivare 11 immigrati, tra cui donne e bambini, che sono stati recuperati nel mare di Alboran a bordo di due gommoni, mentre in 31 erano nei pressi della costa di Licante a bordo di tre natanti.

Barconi e gommoni sono disseminati per il mare, nel tentativo di eludere i controlli, che si avvalgono di navi ed elicotteri per intercettare gli immigrati, che viaggiano a piccoli gruppi. Si temono naufragi, in calo rispetto al 2017, ma, come rileva l'Oim, il 2018 resta uno dei più letali se si considera che «si sono registrate meno traversate». Rispetto ai 2.401 del 2017, sono 1.504 i morti di quest'anno in mare, oltre la metà dei quali hanno perso la vita dal 1° giugno.

E il ministro dell'Interno spagnolo Fernando Grande-Marlaska, del nuovo governo socialista di Pedro Sanchez, ha lanciato un appello a trovare una «soluzione europea al problema dell'immigrazione» in considerazione degli oltre 1.200 migranti salvati in mare in due giorni.

«Siamo venuti a vedere sul campo i problemi che esistono, il problema dell'immigrazione che è un problema dell'Europa, che necessita di una soluzione europea», ha detto parlando nel Sud del Paese.

Commenti