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Le ong finiscono nella bufera: "Continui abusi dei dipendenti"

Il Parlamento di Londra ha esortato i vertici delle ong a mettere fine alla “noncuranza” e alla “complicità” dimostrate finora riguardo ai reati sessuali commessi dal personale di queste ultime

Le ong finiscono nella bufera: "Continui abusi dei dipendenti"

Le ong britanniche sono state accusate dal Parlamento di Westminster di non avere adottato misure efficaci per contrastare la “piaga degli abusi sessuali”. Secondo la Camera dei Comuni, le molestie perpetrate da esponenti delle associazioni di volontariato sarebbero un “fenomeno endemico” e le vittime delle violenze non avrebbero goduto finora di alcun sostegno da parte dei vertici degli enti.

L’inchiesta parlamentare sulle ong britanniche è iniziata a febbraio di quest’anno, all’indomani del coinvolgimento di esponenti di Oxfam in uno “scandalo sessuale”. Costoro erano stati accusati di avere promesso a giovani haitiane denaro e medicine in cambio di rapporti intimi. L’International Development Committee della Camera dei Comuni, dopo avere esaminato la condotta del personale Oxfam, avrebbe rivolto la propria attenzione all’operato delle principali associazioni no-profit. Il rapporto pubblicato a conclusione dell’inchiesta evidenzia molteplici aspetti preoccupanti del settore del volontariato.

Secondo l’International Development Committee, tale settore sarebbe caratterizzato da una “crescente noncuranza” verso i reati sessuali commessi dal personale delle ong ai danni di abitanti dei Paesi poveri. I vertici degli enti no-profit si sarebbero resi “complici” degli autori delle violenze, in quanto avrebbero garantito a questi ultimi “protezione” dalle inchieste giornalistiche e dai procedimenti giudiziari: “Gli abusi commessi da funzionari delle associazioni di volontariato costituiscono ormai un fenomeno endemico. La noncuranza dimostrata finora dai responsabili delle ong britanniche si sta progressivamente trasformando in vera e propria complicità. La dirigenza delle associazioni ha sempre tutelato gli autori delle violenze sessuali. Nessun procedimento sanzionatorio è stato mai avviato dalle massime cariche degli enti no-profit nei confronti del personale incriminato. Quanto ai rapporti tra associazioni e autorità giudiziaria, le prime si sono costantemente rifiutate di collaborare con gli inquirenti al fine di accertare le responsabilità dei propri membri.” I parlamentari di Sua Maestà sostengono che le massime cariche delle ong avrebbero deciso di non denunciare all’autorità giudiziaria i funzionari colpevoli di violenze al solo scopo di salvaguardare la reputazione degli enti. Le vittime delle molestie, inoltre, non avrebbero ricevuto alcun sostegno economico e psicologico dalla dirigenza delle associazioni. I reati sessuali accertati dal Parlamento di Londra si sarebbero consumati principalmente in Africa, nei Caraibi e nel Sudest asiatico.

Il rapporto redatto dall’International Development Committee evidenzia quindi l’inefficacia delle risposte adottate finora dalla dirigenza delle ong per stroncare il fenomeno degli abusi: “Le contromisure decise dalle massime cariche degli enti al fine di rimuovere la piaga delle molestie non hanno prodotto grandi effetti. La risposta della dirigenza è stata episodica ed estremamente lenta. I programmi di prevenzione sono rimasti sulla carta, in quanto non sono mai stati attuati in maniera efficace.” La Camera dei Comuni definisce “un vero e proprio fallimento” la strategia di contrasto alle violenze sessuali promossa dai vertici delle ong britanniche. Costoro, nel fronteggiare gli scandali succedutisi negli ultimi anni, avrebbero dato prova di “inettitudine”.

Stephen Twigg, presidente dell’International Development Committee, ha precisato: “C’è ancora molto lavoro da fare. Centinaia di altre vittime di abusi devono ancora essere ascoltate. Le associazioni di volontariato devono fare chiarezza riguardo al coinvolgimento di loro esponenti in scandali abominevoli. Le vicende esaminate dall’organo da me presieduto hanno suscitato in tutti i membri del Parlamento orrore e disgusto. Il rapporto pubblicato oggi non è che il primo passo verso una maggiore trasparenza all’interno degli enti di beneficenza.” Twigg ha poi esortato le ong britanniche a rimuovere da ogni incarico, in via cautelare, i funzionari sospettati di condotte illecite e a tenere nella dovuta considerazione le testimonianze delle vittime di abusi.

Le associazioni di beneficenza hanno reagito alla pubblicazione del rapporto dicendosi “pronte a collaborare” con l’Esecutivo May al fine di consegnare alla giustizia i colpevoli. In particolare, i dirigenti di Oxfam e Save the Children hanno dichiarato che a breve testimonieranno davanti alla Charity Commission, l’ente governativo incaricato di vigilare sull’operato delle ong. I vertici delle due associazioni, allo stesso tempo, hanno affermato di essere “profondamente rammaricati” per non essere riusciti a contenere il dilagare delle molestie.

"La lettura del report pubblicato oggi è molto dolorosa per me, per Oxfam, e per il settore umanitario in generale", ha detto intanto Caroline Thomson, presidente di Oxfam Gb, "Oxfam lavora ogni giorno per aiutare a migliorare la vita delle persone più vulnerabili nel mondo. Abbiamo sbagliato nel 2011 ad Haiti, non abbiamo saputo proteggere donne vulnerabili e per questo non smetteremo mai di scusarci. Abbiamo apportato molti miglioramenti dal 2011, ma dobbiamo andare oltre. Il Comitato ha assolutamente ragione nel lanciare una sfida a tutto il settore degli aiuti a far sempre meglio. La prevenzione di qualsiasi caso di abuso sessuale, deve essere per noi una priorità assoluta, alla pari del salvare vite nei più gravi contesti di emergenza in cui siamo al lavoro.

Qualsiasi vittima e sopravvissuto deve essere al centro del nostro intervento, – conclude Thomson – e le raccomandazioni contenute nel rapporto pubblicato oggi, richiedono la massima considerazione".

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