Cronache

Perché un pedofilo è ancora libero e prete?

Perché un pedofilo è ancora libero e prete?

Uno fa di tutto per fare, nonostante tutto, del proselitismo cattolico, per ricordare la necessità personale e sociale di un cristianesimo visibile, e poi salta fuori un prete a Prato (sembra l'inizio di una filastrocca come quella dei trentatré trentini che entrarono in Trento trotterellando, però stavolta non c'è niente da ridere). Lo sappiamo, lo abbiamo letto o ascoltato: un sacerdote settantenne sorpreso seminudo in automobile a trafficare con una bambina di dieci anni.

La località precisa era Calenzano, sotto Firenze dal punto di vista ecclesiastico, ma sotto Prato dal punto di vista giudiziario. E, dunque, don Paolo Glaentzer (origini altoatesine) è finito davanti ai magistrati della città dei cantucci e dei cinesi. Gli è andata anche abbastanza bene: pur avendo confessato (essendoci dei testimoni sarebbe stato difficile il contrario), al momento se l'è cavata con gli arresti domiciliari a Bagni di Lucca, che fra l'altro è una stazione termale già apprezzata da Lord Byron e Giacomo Puccini, ottima per la villeggiatura estiva circondata com'è da freschi boschi e colline amene.

Non precisamente una caienna. E però da oggi un paese un po' meno tranquillo perché nessuno, tantomeno dei genitori con figlie piccole, vorrebbe avere come vicino di casa un personaggio simile, uno che si è giustificato in questo modo: «Pensavo avesse qualche anno in più, 14 o 15». Adesso c'è da sperare che don Paolo sia ben controllato e non metta neanche per sbaglio il naso fuori dal proprio domicilio: ma non sarebbe stato meglio farlo meditare sulle sue colpe in carcere? Meglio per la giustizia. Meglio per i genitori della bambina. Meglio per gli abitanti di Bagni di Lucca. Meglio per i parrocchiani di Calenzano. Meglio per la Chiesa tutta, sfregiata da questo scandalo in un momento che peggiore non poteva esserci, nel momento in cui vescovi e fedeli stanno divorziando per colpa della questione immigrazione.

Nei giorni della disgraziata copertina di Famiglia cristiana contro un Matteo Salvini addirittura accusato di essere la personificazione contemporanea di Satana. Io la vedo la gente sui social, non fa che pubblicare scritte tipo Potete spostare il Vaticano in Africa oppure Famiglia Cristiana contro Salvini e nessuna parola sul prete che va con una bambina di 10 anni o dello scandalo pedofilia in Cile. E vedo le chiese svuotate: prediche sull'accoglienza indiscriminata, per giunta pronunciate da preti poco credibili o poco creduti, non le vuole ascoltare più nessuno. Ai giudici e ai giornalisti don Paolo Glaentzer ha fornito giustificazioni balorde, ma una cosa giusta secondo me l'ha detta: «Il demonio mi ha fatto lo sgambetto». E non era Salvini, era il Satana vero, lo stesso che in ogni continente sta sbriciolando la fiducia verso la Chiesa di Cristo.

Urgono condanne severe e urge, al contempo, un grandioso esorcismo.

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