Cronaca locale

"Agilità e provocazione Ecco il Rossini che dirigo al Castello"

Stasera alle 21,30 l'omaggio al maestro nei 150 anni dalla scomparsa a Parigi

"Agilità e provocazione Ecco il Rossini che dirigo al Castello"

Stasera dalle ore 21.30 al Castello, nell'ambito dell'Estate Sforzesca, l'orchestra de I Pomeriggi Musicali omaggia Gioachino Rossini. L'occasione è il 150esimo dalla scomparsa del compositore. Sul podio a dirigere ci sarà Alessandro Calcagnile. Il maestro quando viene raggiunto al telefono ha appena finito le prove. E accetta di parlare dell'evento, del (suo) incontro con Rossini. «Sono stato ad aprile in Azerbaijan per dirigere il Barbiere di Siviglia nei Baku Italian Opera Days, nonché a Stoccarda per l'omaggio a Rossini del Consolato Generale d'Italia. La partecipazione e gioia del pubblico è stato il medesimo a tutte le latitudini».

Maestro, racconti per noi il programma di sala di oggi...

«Il programma, sinfonie d'opera e brani da concerto, ha quale trait d'union l'energia e la giovialità tipica del cigno di Pesaro; Rossini viveva la musica come un gioco vivace e una provocazione anticonformistica, non solo nella produzione teatrale. Nella musica strumentale non si narrano storie e situazioni, ma ci si esprime secondo un vocabolario musicale fatto di attese, conferme, reiterazioni e sorprese; Rossini riesce a coinvolgere e divertire anche senza trama».

Quali tracce ci sono del rapporto tra il compositore e Milano?

«Si lega spesso Rossini al luogo dove ebbe i natali, Pesaro, e alla città dove scelse di vivere negli ultimi anni, Parigi; poco si è fatto per promuovere il rapporto che Rossini ebbe con Milano (ma si potrebbe dire anche per Bologna e Napoli), città dove prima da giovane promessa del melodramma e poi come celebrità internazionale tornò più volte e trascorse lunghi periodi, anche influenzando la vita artistica e culturale di quegli anni».

Calcagnile come arriva a questi repertori, lei spesso si vede alle prese con la contemporanea...

«La musica contemporanea e i progetti musicali innovativi sono parte importante della mia carriera, soprattutto a Milano; le mie attività a livello nazionale e internazionale, invece, mi vedono impegnato su un repertorio più ampio. Ho lavorato a stretto contatto con numerosi compositori contemporanei, ma anche rielaborato partiture di Cimarosa, eseguito rarità di Mascagni e promosso autori italiani del Novecento, oggi ingiustamente dimenticati, come Aldo Finzi e Gino Negri. Credo fortemente nell'unitarietà del linguaggio musicale, a prescindere dagli stili e forse anche dai generi».

Può raccontare il suo lavoro con l'orchestra de I Pomeriggi Musicali?

«Con I Pomeriggi Musicali collaboro in modo continuativo da circa dieci anni. Abbiamo realizzato insieme alcune registrazioni che hanno ricevuto ottimi riscontri di critica, ma anche presentato progetti monografici dedicati a Mozart, Verdi, Wagner. Inoltre, con I Pomeriggi Musicali esiste una forte sinergia nell'ambito della sonorizzazione di pellicole storiche e annualmente inauguriamo insieme anche il Festival del cinema muto di Milano».

Dopo questo evento di che cosa si occuperà?

«Dopo questo ciclo di concerti con I Pomeriggi Musicali sarò impegnato con le ultime produzioni estive della Bellagio Festival Orchestra e, a settembre, sarò artista in residenza al Fondi Music Festival; poi diversi concerti all'estero (Turchia, Polonia, Russia e Corea del Sud). A Milano sarò nuovamente sul podio de I Pomeriggi il primo ottobre per l'inaugurazione del Gran Festival del cinema muto al Politecnico di Milano».

Dulcis in fundo, è anche impegnato sul fronte editoriale, vuole spiegare?

«La musica classica oggi necessita di uno straordinario impegno per essere riconosciuta dal pubblico come viva e attuale. È una responsabilità che dovrebbe essere sentita da tutti i musicisti, superando individualismi e volontà d'isolamento. Nel mio piccolo, parallelamente all'attività concertistica svolgo un'intensa attività di produzione e divulgazione come direttore artistico del Centro Musica Contemporanea di Milano, ma anche da un anno sono direttore editoriale della casa editrice ed etichetta discografica milanese Sconfinarte.

Sono fronti diversi, ma parte di un'unica crociata a sostegno dell'arte».

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