Economia

Alitalia migliora i conti (ma non le perdite)

In crescita i ricavi del 4%, ridotti i costi dell'8%. Ma il "rosso" è di 1,7 milioni di euro al giorno

Alitalia migliora i conti (ma non le perdite)

Le diverse vite di Alitalia: mentre la gestione commissariale continua nel suo ammirevole compito di ridurre le perdite, la politica è alla ricerca di una soluzione strutturale, duratura, che possa ridare dignità nazionale a una compagnia fallita e trattenuta in vita con denaro prestato dal governo. Ieri Radiocor ha diffuso alcuni dati della semestrale, che i commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari hanno depositato, come richiesto dalla legge, il 31 agosto. Si notano alcuni miglioramenti oggettivi: i ricavi sono aumentati, tra gennaio e giugno, del 4,3%, a 1,4 miliardi; il fatturato passeggeri è cresciuto del 7% a 1,19 miliardi; i costi operativi sono stati ridotti dell'8,6%, a quota 1,52 miliardi. Il margine lordo (Ebitda) resta sempre negativo per 124 milioni (0,7 milioni al giorno), ma in netto vantaggio sull'anno scorso, quando a giugno la stessa posta era negativa per 326 milioni. Tra i dati viene segnalato anche l'Ebitdar positivo per 4 milioni; ma tale indice non considera i noleggi e i leasing degli aerei, che sono una voce essenziale per una compagnia aerea. Si fa cenno anche a un free cash flow positivo per 6 milioni, cifra disponibile per investimenti.

I passeggeri sono aumentati dell'1,5%, a 10,21 milioni: ma un esperto come Andrea Giuricin, ricorda che nello stesso periodo il trasporto aereo nel suo complesso ha registrato il 6-7% di passeggeri in più: «Come dire che Alitalia ha perso quote di mercato». Non è un bel segnale, nonostante il miglior riempimento degli aerei. Nei dati diffusi ieri non compare l'ultima riga di bilancio, la perdita netta che, secondo le indiscrezioni in circolazione, sarebbe di 315 milioni, 1,75 milioni al giorno.

Il compito dei commissari non è quello di ristrutturare ma quello di valorizzare per vendere. Le cose negli ultimi mesi si sono però ingarbugliate. Ora appare chiaro che l'obbiettivo del governo è quello di mantenere in mani italiane la maggioranza della compagnia, per sottolinearne il livello strategico; in minoranza potrebbe esserci un socio straniero. Quello che tuttora non è chiaro, è il come si arriverà a questo modello che ricorda tanto l'operazione Fenice e il convolgimento di Cai. Su chi si stia puntando, non si sa: la grande differenza starà nella scelta tra capitale privato (ma di chi?) e pubblico (Cdp, Fs?), perchè nel primo caso il rischio verrebbe nuovamente caricato sulle spalle del contribuente. In questa fase, prima di scadenze autunnali ormai incerte, gli stranieri che finora si sono fatti avanti stanno aspettando di capire con chiarezza gli orientamenti del governo.

Ieri, intanto, l'Enac (l'autorità per l'aviazione civile) ha avviato un'indagine su quattro compagnie Blue Panorama, Ryanair, Volotea e Vueling coinvolte in disservizi che nei giorni scorsi hanno provocato disagi a centinaia di passeggeri. Lo scopo è di «valutare l'eventuale necessità di un ridimensionamento degli operativi o di una limitazione dei servizi».

Si vuole cioè capire se le compagnie siano in grado di svolgere adeguatamente l'attività da loro offerta sul mercato.

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