Sgarbi quotidiani

Il Paradiso apposta

Il Paradiso apposta

E se l'aldilà non c'è, ce ne faremo uno noi, un paradiso apposta per stare insieme tu e io, oltre la vita, all'infinito. È un pensiero di Sergio Claudio Perroni, scrittore siciliano di proverbiale intransigenza, con gli altri, con la vita, e anche con se stesso. La sua visione demiurgica da a quelle parole non un significato simbolico, allusivo, ma letterale e senza una prospettiva religiosa, trascendente, se è vero che in premessa scrive: «Ama impetuosamente, senti forsennatamente, non c'è altra vita». Ma il paradiso è una bella invenzione ed è triste rinunciarvi. E così ce ne possiamo inventare uno a nostra immagine e somiglianza. Il libro di Perroni Entro a volte nel tuo sonno (La nave di Teseo editore) è una raccolta di frammenti di un discorso amoroso con mille riflessioni sulla vita e sul destino. Sono pensieri che era arrivato il momento di far conoscere anche in forma di capricci, di contrappunti. «al mondo intero al cuore del mondo». Perroni, come i grandi moralisti, ci rivela quello che noi pensiamo, non parla di sé o per sé ma per conto dell'umanità. Le sue sono rivelazioni, illuminazioni, avvertimenti, da una posizione di assoluta neutralità. Baudelaire dedicava i suoi Fiori del male all'hypocrite lecteur, mon semblable, mon frere.

Nella complicità, la confidenza può essere completa, fino all'estremo riconoscimento della sublimazione amorosa: «Le donne non smettono mai di partorire il proprio figlio, diventano madri del fratello, madri del marito, del padre che le ha messe al mondo, madre di ogni maschio che amano».

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