Cronache

Chieti, kick boxing non lo aiuta: pestato a sangue da rapinatori

I rapinatori, che parlavano una lingua straniera, sono andati via senza bottino; ferito in modo serio il 33enne che cerca di proteggere casa

Chieti, kick boxing non lo aiuta: pestato a sangue da rapinatori

Brutale rapina avvenuta a Paglieta, in provincia di Chieti; si tratta dell’ultima di una lunga serie nella zona, stavolta ai danni della famiglia Cimini.

Arrivati in prossimità della villetta, i malviventi avrebbero trovato le chiavi inserite nel portone, forse lasciate in attesa dell’arrivo di un familiare, e l’occasione sarebbe stata fin troppo ghiotta per non essere colta.

Sono circa le due del mattino quando i ladri entrano in azione, trovando però l’inattesa opposizione di uno dei figli dei coniugi Cimini, il 33enne Andrea che stava dormendo al pian terreno. Avendo avvertito dei rumori, inizialmente il ragazzo pensa che possa trattarsi del fratello Daniele di ritorno a casa; immediatamente capisce che qualcosa non va e, quando decide di dare un’occhiata, si trova faccia a faccia coi malviventi.

Senza farsi prendere dal panico, il 33enne affronta i delinquenti, riuscendo a disarmarne uno che, per tentare di spaventarlo, aveva estratto un oggetto contundente. Nella violenta colluttazione, Andrea cerca di mettere in pratica le sue conoscenze di kick boxing e di scacciare i ladri di casa. Purtroppo l’inferiorità numerica gioca a sfavore del 33enne, che alla fine viene brutalmente aggredito, con calci, pugni e colpi di mazza.

Infine i malviventi si danno alla fuga, senza esser comunque riusciti a rubare nulla, mentre Andrea rimane ferito a terra e viene subito soccorso dai genitori, allertati dai rumori. Per lui, accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Lanciano (Chieti), 20 giorni di prognosi. Numerose le ecchimosi e le ferite riportate, soprattutto sulla testa e all’arcata sopracciliare, dove sono stati necessari 15 punti di sutura. Fortunatamente, nonostante il brutale pestaggio subito, il 33enne non è in pericolo di vita e riesce anche a raccontare la sua disavventura, sulle pagine de “Il Messaggero": “È accaduto tutto in un attimo. Si sono accorti che mi ero alzato dal letto e mi hanno puntato contro la torcia con luce a led. Hanno detto poche parole tra loro e ho capito che non era la lingua italiana. Dalla scoperta dei ladri in casa all’aggressione tutto è avvenuto in modo repentino e al buio. Ora sto bene”.

Ancora sotto choc i genitori che, oltre al pensiero della rapina scampata, hanno pure dovuto assistere alla cruda immagine di uno dei lori figli riverso in un lago di sangue.

Adesso ad occuparsi del gruppo di criminali sono i carabinieri della Compagnia di Atessa (Chieti), guidati dal capitano Marco Ruffini. Le indagini, naturalmente, sono cominciate con i rilievi nell’abitazione e si sono mano a mano allargate nella zona di Paglieta.

Da poco è stata ritrovata una vettura abbandonata, una Fiat Panda, forse appartenente proprio ai ladri.

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