Cultura e Spettacoli

Box Office

Come si fa con il calcio o la scuola, anche la stagione cinematografica non segue l'anno civile, venendo virtualmente chiusa ogni 31 luglio. Il Giornale ne ha già dato conto, qualche giorno fa, ma la cosa che va sottolineata, tra le tante cifre (negative) che hanno caratterizzato il 2017-2018, è la tenuta positiva del tanto vituperato cinema italiano. Mentre i film americani sono andati abbondantemente in doppia cifra come milioni di spettatori persi, i nostri titoli hanno fatto registrare una crescita di paganti che ha superato i 2 milioni. Curiosamente, il dato è stato ottenuto senza avere pellicole tricolori tra i dieci incassi più alti e senza (prima volta in assoluto) che una di queste riuscisse a guadagnare almeno 10 milioni di euro (chi è andata meglio è Come un gatto in tangenziale con 9.582.851 euro). Il che, vuol dire che la gente, che ha versato più soldi per i nostri film, ha premiato in maniera più equa molte produzioni italiane, senza puntare tutto su due-tre titoli forti, come da tradizione passata. Un trend interessante che mostra anche come i gusti del pubblico siano cambiati (non esistono solo le commedie). Del resto, che la qualità media dei nostri autori si sia alzata è innegabile. Prendete, ad esempio, questo inizio di agosto che offre un tris di film, di «genere», coraggiosi, ma riusciti. In questi giorni, è nelle sale l'action Fino all'Inferno, fumettone ironico del mai banale Roberto D'Antona. Giovedì, invece, esce Cattivi & cattivi, firmato dall'eclettico Stefano Calvagna, un noir romano ottimamente interpretato e diretto. E, il 14, arriva l'ottimo horror The End? L'inferno è fuori, di Daniele Misischia.

Tre indizi, fanno una prova.

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