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Diventare il primo governatore islamico. La sfida di El Sayed all'America di Trump

È sostenuto da Bernie Sanders e c'è già chi vede in lui "il nuovo Obama"

Diventare il primo governatore islamico. La sfida di El Sayed all'America di Trump

(New York) Medico di successo, sportivo e musulmano, ma profondamente convinto della separazione tra fede e Stato. Nell'America di Donald Trump, Abdul El Sayed punta a diventare il primo governatore di religione islamica della storia della nazione, e c'è già chi vede in lui «il nuovo Barack Obama». Le somiglianze con l'ex presidente in effetti ci sono: Abdul è giovane (ha 33 anni), ha un background multietnico, una storia familiare stimolante e credenziali accademiche impeccabili. E, a detta dei suoi sostenitori, sa ipnotizzare la folla.

El Sayed è un medico epidemiologo con una lunga lista di titoli di studio e un curriculum sportivo di tutto rispetto tra football, wrestling e lacrosse. È figlio di un ingegnere egiziano emigrato per motivi di studio a Detroit, dove si è risposato con un'infermiera americana protestante che si è convertita all'Islam, e dall'insegnamento alla Columbia University è passato all'assessorato alla salute della città di Motor City. Fino all'ambiziosa sfida come candidato alle primarie democratiche per diventare governatore del Michigan. La sua è un'agenda progressista alla Bernie Sanders: nessuna donazione da Super Pac (una sorta di lobby politiche) e Corporation, legalizzazione della marijuana, aumento del salario minimo a 15 dollari all'ora, college senza tasse scolastiche per le famiglie che guadagnano meno di 150mila dollari l'anno e trasformazione del Michigan in paradiso per gli immigrati senza documenti. Ma Abdul è anche un fervente sostenitore della separazione tra Stato e chiesa, un principio, dice, che «ha reso possibile praticare la mia fede quando voglio».

El Sayed ha rapidamente costruito un forte seguito tra i giovani, molti dei quali sono veterani della campagna di Sanders, e nel suo staff è difficile trovare qualcuno che superi i 35 anni. A sostenerlo nel tentativo di portare a termine l'impresa è proprio il senatore del Vermont: in vista delle primarie di oggi in Michigan, Sanders ha trascorso il finesettimana a fare campagna elettorale nello Stato del Midwest. Il favorito per la corsa è l'ex senatore Gretchen Whitmer, ma i sostenitori di Abdul sono convinti che l'appoggio del senatore progressista - colui che nel 2016 partendo da outsider ha dato filo da torcere sino alla fine alla super favorita Hillary Clinton nelle primarie per le presidenziali - possa fare la differenza. E al suo fianco si è schierata anche Alexandria Ocasio-Cortez, la socialista (e volontaria nella campagna di Sanders per Usa 2016) che ha vinto a sorpresa le primarie per scegliere il candidato di New York alla Camera nei distretti di Queens e Bronx sconfiggendo Joe Crowley, uno dei politici più influenti dell'Asinello. Quella di oggi è la prima occasione per l'ala liberal di spingere il partito verso sinistra, e anche la prima vera prova sul terreno per il nuovo asse tra Sanders e Ocasio-Cortez, che stanno facendo campagna pure per due candidati al Congresso in Kansas.

E intanto c'è chi già inneggia a un ticket ultra-progressista tra Abdul e Alexandria per le presidenziali del 2024.

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