Cultura e Spettacoli

Un'estate da Paradiso: Tommaso domina la classifica e scrive pop per tutti

Il leader dei Thegiornalisti da anni firma brani di successo (e gli integralisti lo criticano)

Un'estate da Paradiso: Tommaso domina la classifica e scrive pop per tutti

Comunque vada, lui c'è. Da tre anni Tommaso Paradiso è l'uomo partita del tormentone pop, quello che non sbaglia un colpo e quindi, com'è prevedibile, ora si ritrova sotto i colpi degli integralisti. Tommaso Paradiso è nato nel quartiere Prati di Roma («il più bello d'Europa», ipse dixit) più o meno quando i Righeira pubblicavano il re di tutti i tormentoni recenti, ossia Vamos a la playa. Estate 1983. Forse per questo, il richiamo estivo e la vocazione al ritornello «catchy», ossia accattivante, sono diventati la ragione sociale sua e della band che lo accompagna, i Thegiornalisti scritto tutto attaccato. Per capirci, tre musicisti nati «indie» con crescente soddisfazione della critica più intransigente ma ora in grado di fare (quasi) il tutto esaurito nei due più grandi palazzetti italiani, il PalaLottomatica di Roma e il Forum di Milano con clamorosa soddisfazione del pubblico.

Dopotutto, dopo il quarto disco Completamente sold out del 2016 (titolo preveggente), Tommaso Paradiso ha inanellato il più roboante filotto di brani di successo degli ultimi anni, da L'esercito del selfie (scritto con Takagi & Ketra e cantato da Lorenzo Fragola e Arisa) passando per Mi hai fatto fare tardi (Nina Zilli), Partiti adesso (Giusy Ferreri), Autunno (Noemi), il riuscitissimo Pamplona di Fabri Fibra, lo straniante (e molto anni '80) Da sola/In the night con Elisa e Una vita che ti sogno di Gianni Morandi. In sostanza mezza playlist radiofonica italiana.

Per non farsi mancare nulla, da quattro mesi i Thegiornalisti (tutto attaccato) sono in classifica senza soluzione di continuità, prima con il più prevedibile Questa nostra stupida canzone d'amore e ora con la nuova Felicità puttana che si gioca il titolo di tormentone 2018 in una gara che stavolta vede quasi esclusivamente brani italiani.

Però, come sempre accade, popstar che nasce, critiche che arrivano. Un rituale praticamente immutato da trent'anni. Fino al 2014 Tommaso Paradiso e i Thegiornalisti non avevano successo popolare e quindi erano perfetti per il paradigma «indie» di gruppo di talento e quindi colpevolmente sottovalutato dal pubblico cieco e passivo. Adesso sono la «new big thing», il nuovo fenomeno pop e quindi qualcuno li ha retrocessi al ruolo di traditori non si sa di cosa.

In realtà Tommaso Paradiso ha una scrittura che per sua stessa natura è popolare. Discende dalla lezione di Venditti, dei Pooh, di un certo Lucio Dalla, di Luca Carboni e, anche se dice di essere stato folgorato sulla via della musica da Definitely maybe degli Oasis nel 1994, riesce a focalizzare nei suoi versi il nostro tempo passeggero.

Il pop è questo, in fondo.

E se questa sarà l'estate del verso «Ti mando un vocale/ di dieci minuti/ soltanto per dirti/ quanto sono felice» (da Felicità puttana), molto dipende dal talento di questo romano piacione e talentuoso che è riuscito a mettersi in sintonia con il nostro tempo. Tra l'altro, per evitare anche il più spicciolo complottismo d'antan, i Thegiornalisti non sono nella scuderia di qualche super multinazionale con (per i soliti luoghi comuni) budget illimitato e strapotere nel businnes.

Sono invece della Carosello Records, piccola etichetta storica che sta lavorando benissimo alla ricerca di talenti che sappiano fare pop d'autore. Insomma, Tommaso Paradiso (che abbia solo i baffi, o una bella barba o sia completamente rasato) è lo scrittore popular di questi anni. Per qualcuno (Camillo Langone sul Foglio) è un erede di Carlo Vanzina. Per qualcun altro è un simbolo del «peggio degli anni '80 che avanza». In realtà è un autore di canzoni pop che raccoglie un enorme successo perché parla come chi lo ascolta e riesce a diventare la polaroid del nostro tempo.

Ce ne fossero.

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