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Mr. Bean difende le frasi di ​Boris Johnson sul burqa

Il celebre attore inglese Rowan Atkinson si è schierato con l'ex ministro Boris Johnson, al centro della polemica a causa di una sua battuta sul burqa, dichiarando che sarebbe inutile scusarsi, poiché le battute sulla religione generano sempre reazioni di offesa.

Mr. Bean difende le frasi di ​Boris Johnson sul burqa

Sembra essere meno solo l'ex ministro degli esteri britannico Boris Johnson, da alcuni giorni nell'occhio del ciclone per via di una sua controversa battuta sui tradizionali indumenti femminili islamici del burqa e del niqab, paragonati dal politico conservatore ad una cassetta della posta. In una lettera pubblicata questa mattina dal quotidiano The Times, Il celebre attore inglese Rowan Atkinson, noto in Italia per i personaggi di Mr.Bean e dell'agente segreto Johnny English, sì è infatti schierato dalla parte di Johnson, descrivendo la frase incriminata come piuttosto divertente, e sottolineando come una delle libertà conquistate della società occidentale sia proprio quella di poter prendersi gioco della religione. Nella lettera egli spiega:"Come beneficiario a vita della libertà di scherzare sulla religione, penso che la battuta di Boris Johnson, sulla somiglianza delle portatrici di burqa ad una cassetta delle lettere, sia piuttosto divertente. Una similitudine visiva quasi perfetta ed una battuta che, a prescindere dalla volontà del signor Johnson di scusarsi o meno, rimarrà nella coscienza pubblica per parecchio tempo a venire. Tutte le battute sulla religione generano reazioni di offesa, sarebbe inutile scusarsi per ognuna di esse. Dovresti scusarti solo nel caso si tratti di una brutta battuta. Ma su queste basi, non è richiesta alcuna scusa." Una presa di posizione arrivata nelle stesse ore in cui il Partito Conservatore ha deciso di varare una commissione d'inchiesta che faccia luce sull'effettiva islamofobia della frase di Boris Johnson.

Lo stesso Atkinson negli anni passati è stato più volte in prima fila nella difesa del diritto alla libertà di espressione, ed in particolare alla libertà di schernire le religioni, come quando nel 2004 guidò un gruppo di attori e scrittori che si opponevano all'approvazione del "Racial and Religious Hatred Act"; il disegno di legge, fortemente voluto dal governo laburista di Tony Blair, che rendeva illegale l'incitamento all'odio religioso. In quell'occasione Atkinson commentò sulle colonne dell'Independent: "La libertà di criticare un'idea, qualsiasi idea, anche concetti in cui si crede fermamente, è una delle libertà fondamentali della società, e una legge che consente di poter criticare o ridicolizzare le idee fintanto però che non sono idee religiose è una legge molto particolare" - aggiungendo - "Apprezzo che questa misura sia un tentativo di offrire conforto e protezione alle comunità di immigrati, ma sfortunatamente rimane una risposta del tutto inappropriata, molto più propensa a promuovere la tensione tra le comunità piuttosto che la tolleranza".

Un'immediata risposta alle dichiarazioni dell'attore arriva da Iain Duncan Smith, ex Ministro del Lavoro nel governo di David Cameron, che durante il programma radiofonico Today trasmesso da Bbc Radio 4 ha affermato di condividere le parole di Atkinson: "Sono piuttosto d'accordo con quello che ha detto, cioè che ci deve essere rispetto e tolleranza reciproca da entrambe le parti. Il punto è che tu puoi credere nella libertà di scelta delle persone che indossano il burqa, ma puoi anche disapprovare quella stessa scelta. Dopotutto, se credi fortemente nell'uguaglianza tra donne e uomini, potresti avere una visione molto diversa sull'indossare quel tipo di indumento."

La polemica sul burqa sta letteralmente spaccando in due il Partito Conservatore, con il Primo Ministro Theresa May che ha esplicitamente chiesto a Johnson di scusarsi, ed un centinaio di donne musulmane che hanno scritto una lettera al presidente dei tories Brandon Lewis chiedendogli di revocare l'incarico di whip - colui che tiene i collegamenti tra i leader di un partito ed il proprio gruppo parlamentare - all'ex ministro. Un'infuocata querelle che risulta ancora più grottesca se si pensa che la posizione ufficiale di Boris Johnson sul burqa non è mai stata per un suo divieto. Nell'editoriale del Telegraph in cui appare la presunta battuta islamofoba, il politico commenta infatti la recente messa al bando dei burqa da parte del governo della Danimarca, e pur ribadendo l’incompatibilità con i valori occidentali di diverse tradizioni extraeuropee, specifica che: "Se mi dici che il burqa è opprimente, allora sono con te. Se mi dici che è strano e prepotente aspettarsi che le donne coprano i loro volti, mi trovi assolutamente d'accordo.

Tuttavia sono contrario ad un bando totale del burqa, poiché verrebbe interpretato - a torto o a ragione - come un attacco mirato specificatamente a colpire l'islam."

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