Economia

La lira turca torna alla mercé delle Borse

Dopo un week end senza decisioni da Ankara, timori per la riapertura dei listini

La lira turca torna alla mercé delle Borse

Turchia nel mirino dei mercati internazionali: vedremo da oggi come gli investitori si comporteranno, se facendo precipitare la crisi o se concedendo ancora tempo. La lira turca è considerata la valuta nazionale con il rendimento peggiore del mondo, avendo perso oltre il 40% dall'inizio dell'anno. Venerdì scorso ha lasciato sul terreno quasi il 20% ed è scesa a 6,5 sul dollaro, un livello impensabile 5 anni fa quando era a quota 2 sul biglietto verde. E da oggi, dopo il week end, tornerà sotto il tiro degli investitori. La scorsa settimana l'attenzione si è concentrata sulla disputa tra Ankara e gli Usa, dopo le sanzioni disposte da Washington e legate alla detenzione da parte della Turchia di un pastore evangelico della Carolina del Nord. I colloqui con il dipartimento di stato americano questa settimana non sono riusciti a risolvere l'impasse. E la disputa potrebbe mettere in discussione l'alleanza della Turchia alla Nato.

Tuttavia dietro la disputa politica c'è una crisi economica. Ankara in questi anni ha potuto giovarsi di uno straordinario afflusso di fondi stranieri, spesso a breve termine, incoraggiati dagli alti rendimenti turchi e dalla politica monetaria ultra-accomodante degli Stati Uniti e dell'Europa, che ora però ha concluso il suo ciclo. Questo significa che per la Turchia sarà sempre più difficile ottenere i fondi di cui ha bisogno e che, secondo un rapporto di Abn Amro, sono pari a circa 218 miliardi di dollari l'anno. Secondo gli investitori internazionali per raffreddare la surriscaldata economia turca, occorrerebbe aumentare le tasse e limitare la spesa, facendo scendere il disavanzo delle partite correnti, attualmente superiore al 5% del Pil.

Ma queste misure non sono per niente gradite a Erdogan, il quale non è mai stato convinto dalla necessità di «riequilibrare» l'economia.

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