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Otto minuti per il primo gol CR7 si è già preso la Juve

Il portoghese superstar nella passerella a casa Agnelli Anche Allegri si sbilancia: «Vogliamo la Champions»

Otto minuti per il primo gol CR7 si è già preso la Juve

Torino L'invasione (pacifica, come sempre) c'è stata. Appena prima della mezzora della ripresa. Ma Cristiano Ronaldo aveva già lasciato il campo, alla fine del primo tempo: i primi vagiti della Juventus targata CR7 sono insomma durati i previsti quarantacinque minuti. Con il portoghese al centro dell'attacco, supportato da Dybala e Douglas Costa. Nella piccola Villar Perosa, presa d'assalto dai cinquemila fortunati possessori del biglietto che ha dato loro il privilegio di assistere alla prima volta assoluta del fenomeno di Funchal. Tutto è filato liscio, in un paese comunque blindato da due giorni (e diviso in zone di vari colori, per disciplinare l'accesso al campo) per evitare scene di ordinaria follia che avrebbero potuto verificarsi in assenza di direttive chiare e pure un po' coercitive. Invece, festa doveva essere e festa è stata. Con anche John Elkann, di nuovo sul posto dopo quattro anni e padrone di casa insieme al cugino Andrea quando i bianconeri, nel primo pomeriggio, hanno fatto visita a Villa Agnelli. «Per la squadra più forte al mondo, il giocatore più forte al mondo: è un buon connubio».

Non si può volare bassi: se compri CR7, è giusto osare e puntare al massimo. «Questa è una delle Juventus più forti di sempre. A Villar Perosa festeggiamo quanto ottenuto lo scorso anno, ci sono due coppe qui con noi. E riflettiamo su quanto vogliamo conquistare: le ambizioni sono sempre grandi. Ho incontrato tifosi provenienti da Sicilia, Veneto, Sardegna: questo dimostra quanto la Juve sia importante in tutta Italia. È qualcosa di straordinario: questo è un momento magico in cui ci si ritrova in famiglia». Con un portoghese in più, certo: «È bello vedere la naturalezza con cui indossa la maglia bianconera. Il fatto che sia stato proprio lui a segnare il primo gol promette grandi cose». Già, perché Ronaldo ci ha messo otto minuti a buttare la palla dentro: lancio di Bernardeschi, controllo e palla quasi all'incrocio per superare il giovane Loria, che potrà così raccontare ai nipotini di essere stato il primo portiere a venire battuto dal marziano sbarcato da Madrid. Di reti ne arriveranno poi altre quattro (autogol di Cappellini, doppietta di Dybala e gol di Marchisio), ma ovviamente non era quello il tema della giornata. Vissuta come un rito di iniziazione verso il cammino europeo: Portaci la Champions è stato ovviamente il coro più gettonato, perché di vincere scudetti ormai il popolo bianconero si è quasi stufato. Non è più un sogno, la Coppa dalle grandi orecchie. E pure Allegri mette le mani solo fino a un certo punto: «Abbiamo ancora più ambizione, vogliamo la Champions ed è normale che sia così visto il mercato. Nessuno però ci darà i trofei prima di scendere in campo: anche il Real, che ha vinto la coppa per quattro volte negli ultimi cinque anni, ha lavorato duro per riuscirci. Poi è chiaro che Ronaldo serve da stimolo per tutti: dovremo però mantenere la calma e avere sempre il giusto equilibrio».

Impossibile però negare un sogno così grande ai tifosi. Alcuni dei quali si sono fatti tagliare i capelli in modo da far risaltare l'acronimo CR7, mentre altri si sono presentati con il faccione del portoghese stampato un po' ovunque. Affari d'oro per le bancarelle e i locali di tutti i tipi, sorrisoni dappertutto, una signora in stato interessante la cui figlia si chiamerà Cristiana e via così. Con la squadra arrivata al campo intorno alle 16 sul pullman griffato Lapo Elkann, con capitan Chiellini a entrare per primo nell'impianto e Ronaldo a ruota. Più dietro, Bonucci: qualche fischio, ma anche applausi.

Per la Champions, questo e altro.

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