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Cristiano contro tutti E tutta Italia contro CR7

Cristiano contro tutti E tutta Italia contro CR7

M anca poco, poi arriva Natale. Nel senso di Cristiano Ronaldo. Come la veglia prima di aprire il pacco dono. Questo pensano, aspettano e sognano i tifosi della Juventus. Gli altri, al di là dei rosiconi, nutrono la stessa curiosità, andiamo al circo della serie A per vedere il fenomeno. Ronaldo contro tutti e tutti contro Ronaldo, un campionato di nuovo caldo di sangue, una sfida aperta, da morto o moribondo il calcio italiano recupera il respiro e stuzzica pareri e pronostici fuori dal condominio nostrano. Sulla Juventus nessun dubbio, dunque il carico di responsabilità aumenta, raddoppia, si moltiplica, in molti scrivono e dicono che la squadra è da vittoria finale in Champions league, segnalo che il succitato Cristiano Ronaldo vinse la sua prima coppa dei campioni con il Manchester United al quarto anno di contratto con il club di Ferguson, idem, per i tempi, per la prima Champions con il Real Madrid, va da sé che questo dato può provocare reazioni apotropaiche nel popolo bianconero.

C'è il campionato che non è male, la Juventus sa di avere contro non soltanto i pregiudizi storici ma un gruppo di rivali più forti delle ultime sessioni. Le milanesi, innanzitutto, di nuovo carico il Milan, proprio grazie alla Juventus con l'offerta prendi due e paghi uno, Higuain-Caldara, e una società finalmente definita nei suoi uomini, vedremo nei ruoli effettivi. L'Inter si è illuminata di immenso per alcuni sogni di mercato ma si è svegliata con la delusione del colpo mancato, Vidal prima, Modric dopo ma si è consolidata, a costi bassissimi, l'interrogativo non è lagato ai nuovi arrivati, tutti di valore ma a quello che Spalletti saprà fare, ora che è chiamato a dare risposte non nei soliloqui delle buffe conferenze stampa ma con i fatti, i risultati che devono ridare all'Inter quello che è dell'Inter, storicamente.

Il Napoli e le romane sono dietro il trio, De Laurentiis ha accontentato se stesso e i tifosi acchiappando Ancelotti ma il resto della casa è rimasto quello di prima, con la perdita di Jorginho che dava senso tattico al gioco di Sarri che lo ha voluto al Chelsea. La Roma incuriosisce, con Pastore torna l'uomo dell'ultimo passaggio, figura persa con la partenza di Pjanic e il ritiro di Totti. La Lazio si è liberata di Felipe Anderson che per Inzaghi era una riserva, difesa da sistemare, Inzaghi deve correggere errori di impostazione e di mentalità, poi Lotito, ut semper direbbe lui, farà il resto. Roba bella, da vedere. Allo stadio, di sicuro. In televisione non si sa ancora come.

Ma c'è di peggio nella vita.

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