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La Russia ha schierato nello spazio delle armi orbitali?

Il satellite Kosmos-2523 della Russia effettua manovre incoerenti con il suo profilo di missione dichiarato: potrebbe essere un qualche tipo di arma spaziale

La Russia ha schierato nello spazio delle armi orbitali?

La Russia ha schierato in orbita un satellite che ha compiuto una serie di manovre incoerenti con il suo profilo di missione dichiarato: potrebbe essere un qualche tipo di asset ASAT. E’ quanto ha dichiarato Yleem Poblete, assistente del Segretario del Dipartimento di Stato per il controllo, la verifica e la conformità delle armi durante una conferenza che si è svolta a Ginevra.

“Lo scorso anno il Ministero della Difesa russo ha schierato un sistema per l’ispezione in orbita dei satelliti. Le manovre da noi osservate sono incoerenti con le attività dichiarate. Non sappiamo per certo di cosa si tratta e non c'è modo di verificarlo, ma le intenzioni russe riguardo a questo satellite non sono chiare”.

Stati Uniti, Russia e Cina sono le uniche nazioni al mondo con sistemi d’arma counterspace. Gli asset ASAT, Anti-satellite weapons, mirano alla paralisi delle capacità (intelligence, navigazione e comunicazione) fondamentali per le operazioni militari e le infrastrutture civili.

Russia: Costellazione satellitare Kosmos

Sappiamo che tre satelliti lanciati in orbita bassa dalla Russia tra il 2013 ed il 2015 sono stati riattivati lo scorso anno, modificando drasticamente le loro orbite e dimostrando un raro grado di manovrabilità per asset di tali dimensioni. Il 20 aprile dello scorso anno, il satelliti Kosmos-2504, ha modificato la sua orbita per avvicinarsi alla carcassa di un satellite cinese colpito da un missile nel 2007. La reale missione dei satelliti Kosmos-2491, Kosmos-2499 e Kosmos-2504 è classificata. Potrebbero essere dei dimostratori tecnologici o precursori dei sistemi d’arma orbitali. Mosca ha sempre garantito sullo scopo pacifico dei satelliti altamente manovrabili. Dal 2014 al 2016, i tre satelliti russi hanno manovrato verso specifici bersagli, avvicinandosi agli stadi dei razzi che li hanno trasportati in orbita. I tre satelliti sono quindi in grado di modificare la propria orbita per scansionare, riparare, modificare o smantellare gli altri sistemi nello spazio. E’ una procedura nota come Rendezvous and Proximity Operations o RPO.

L'Agenzia spaziale russa ha lanciato Kosmos-2491 nel 2013 con altri tre satelliti per le comunicazioni. Scoperto dagli osservatori occidentali, Kosmos-2491 è stato collocato in orbita morta ed inizialmente considerato come detrito spaziale fino alla sua attivazione avvenuta alla fine del 2014. Kosmos-2499 ha manovrato diverse volte nella primavera del 2016, restando inattivo fino al marzo dello scorso anno. Kosmos-2504, in orbita morta per quasi due anni, si è attivato nel maggio dello scorso anno per avvicinarsi a ciò che restava del satellite cinese colpito. La strategia di mantenere i satelliti di manovra in orbita morta, facendo credere siano detriti, è evidente.

Costellazione Kosmos: Sputnik Inspektor

Il 23 giugno dello scorso anno la piattaforma satellitare di medie dimensioni Kosmos-2519 sviluppata per il Ministero della Difesa russo e “progettata per trasportare diversi tipi di carico utile” è stata lanciata dal Cosmodromo di Plesetsk. Due mesi dopo, il 23 agosto, il Kosmos-2519 rilascia in orbita il Kosmos-2521 (Sputnik Inspektor). Il 30 ottobre scorso, il piccolo satellite lanciato da piattaforma Kosmos-2521 rilascia il Kosmos-2523. Quest’ultimo, secondo i russi, sarebbe stato progettato per l’ispezione dei satelliti.

“Il satellite più piccolo ha effettuato un volo autonomo, un cambio in orbita ed un'ispezione satellitare prima di ritornare sulla piattaforma di lancio”. Le valutazioni del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sul comportamento orbitale del Kosmos-2523 sono classificate. Kosmos-2523 potrebbe anche essere un asset in funzione anti-satellite.

Kosmos-2523: Space Apparatus Inspector

L’ispezione e la manutenzione dei satelliti in remoto ha senso. Lanciare missioni con equipaggio umano per esaminare satelliti e potenzialmente per effettuare riparazioni o modifiche è storicamente costoso e complicato. Gli Stati Uniti, ad esempio, nel 1993 hanno inviato degli astronauti per riparare l'Hubble dopo che la NASA ha scoprì un guasto nel sistema. Un sistema automatizzato in orbita potrebbe valutare rapidamente la situazione sul campo. Tuttavia, qualsiasi satellite in grado di manovrare ed equipaggiato con sonde e sistemi per interagire fisicamente con il suo bersaglio, è intrinsecamente capace di essere un'arma. Qualsiasi sistema di riparazione potrebbe facilmente distruggere l'ottica ed altri componenti, agire come un'arma cinetica o essere equipaggiato con jammer elettronici. Garzie alle loro piccole dimensioni, tali satelliti potrebbero confondersi nella spazzatura spaziale che fluttua intorno alla terra.

Stati Uniti: Flotta X-37B

L’X-37B è un drone trasportato in orbita da un razzo, ma che atterra come un aereo normale. Le sue dimensioni non consentono di trasportare alcun operatore umano a bordo (capacità integrata nell'X-37C), ma possiede un vano di carico appena sufficiente per trasportare un piccolo satellite. Ha un'apertura alare di 4,6 metri ed al momento del lancio pesa 4,990kg. Queste sono le uniche informazioni disponibili, il resto è classificato. L’X-37B è una piattaforma riutilizzabile automatizzata lunga un quarto delle dimensioni di una navetta standard della NASA. Simile all'X-20 Dynasoar, l’X-37B è un banco di prova per testare le nuove tecnologie, progettato per orbitare attorno alla terra su orbite non sincronizzate con il sole. Secondo i dati ufficiali della Boeing, l’X-37B opera nella bassa orbita terrestre, tra i 177 e gli 800 chilometri sopra il pianeta. Nel 2015, il Dipartimento della Difesa rivelò alcuni dettagli sulle missioni dell’X-37B. Secondo l’Air Force, la piattaforma sta testando dei sistemi di propulsione sperimentali, come quella elettrica e la durata dei vari materiali nell’ambiente spaziale. Il vantaggio di utilizzare la propulsione elettrica è evidente, considerando che lo xeno pesa molto meno della tradizionale idrazina. Tuttavia, tali esperimenti e test rappresentano soltanto una minima parte delle missioni condotte dall’X-37B. La piattaforma si colloca in un preciso asset del National Reconaissance Office. La missione NRO è progettare, costruire, lanciare e mantenere in servizio i satelliti dell’intelligence americana.

Il programma X è al servizio delle agenzie federali degli Stati Uniti. La prima missione ufficiale è stata lanciata il 22 aprile del 2010 e si è conclusa il tre dicembre dello stesso anno. La seconda si è svolta dal 5 marzo del 2011 al 16 giugno del 2012. La terza, dall’11 dicembre del 2012 al 17 ottobre del 2014 pari a 675 giorni in orbita. Nella quarta missione del programma Orbital Test Vehicle, l’X-37B è rimasto in orbita per 718 giorni. Lanciato da un razzo Atlas V il 20 maggio del 2015 dal Launch Complex 41, a Cape Canaveral, l’esatto carico utile trasportato a bordo resta ignoto. La quinta missione conosciuta come Orbital Test Vehicle-5 (OTV-5), iniziata il 7 settembre dello scorso anno è in corso. L’X-37B è stato lanciato da un razzo SpaceX Falcon 9 decollato dal Kennedy Space Center della NASA, in Florida. L’ex struttura adibita al lancio dello shuttle, gestita con l’Air Force, ha il compito di monitorate, recuperare, ristrutturare e preparare le due piattaforme X. L’Air Force avrebbe condotto almeno tre operazioni segrete con la piattaforma X-37B.

I Missili Anti-Satellite

Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico

Nel Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, che rappresenta il quadro giuridico di base del diritto spaziale internazionale, se ne stabilisce la destinazione pacifica. Il Trattato Outer Space vieta le armi di distruzione di massa poste in orbita o nello spazio esterno. Nel contenitore verbale scopi pacifici non si vietano, però, le attività stabilite dal diritto naturale alla legittima difesa. Un satellite, in teoria, equipaggiato con armi cinetiche, resta legale. Ufficialmente, lo spazio è utilizzato dai militari sia per le comunicazioni che in funzione di allerta precoce. Stati Uniti, Russia e Cina sono le uniche nazioni al mondo con sistemi d’arma spaziali (intesi come ASAT). I sistemi asimmetrici ASAT, Anti-satellite weapons, mirano alla paralisi delle capacità SatCom ed ISR (Intelligence, surveillance and reconnaissance) fondamentali per le operazioni militari e le infrastrutture civili. I satelliti sono utilizzati per la navigazione di precisione, il targeting, la comunicazione e la raccolta di informazioni. In linea di principio, la perdita della rete GPS eliminerebbe l'efficacia di tutti i missili convenzionali a lungo raggio e degraderebbe il vantaggio dei principali sistemi a guida di precisione. Principio che va raffrontato con le capacità ISR delle diverse costellazioni satellitari, comprese quelle ombra del National Reconnaissance Office, del Pentagono. Fin dal 1990, lo Space Command ribadisce l’importanza dello spazio nelle guerre del futuro. Parliamo di una militarizzazione dello spazio con asset in orbita geostazionaria e non battaglie in stile Star Wars. Celebre, in tale senso, la relazione ai legislatori del generale Joseph Ashy, all’epoca direttore del Comando Spaziale. Le persone non vogliono sentirselo dire – disse Ashy nel 1990 – ma noi andremo a combattere nello spazio.

Anti-satellite weapons

Russia

Il 26 marzo scorso la Russia ha testato con successo il nuovo missile anti-satellite PL-19 Nudol, attualmente in fase di sviluppo (come il Tirada-2S). Il PL-19 Nudol a risalita diretta, è stato lanciato dalla Russia centrale ed è stato monitorato dalle agenzie di intelligence statunitensi. Classificato l’obiettivo del Nudol. Si ignora, ad esempio, se si sia trattato di un test reale contro un satellite dismesso o soltanto di una traiettoria suborbitale senza colpire un bersaglio fisico. E’ comunque un importante traguardo per Mosca in chiave strategica. I sistemi asimmetrici ASAT, Anti-satellite weapons, mirano alla paralisi delle capacità SatCom ed Isr (Intelligence, surveillance and reconnaissance) fondamentali per le operazioni militari e le infrastrutture civili. Quello del 26 marzo scorso dovrebbe essere il quarto test di combattimento ed il primo effettuato da un TEL (transporter-erector-launcher). Mosca sostiene che il Nudol è un sistema antimissile. Per gli Stati Uniti si tratta di un preciso asset anti-satellite. Il primo test di volo è stato monitorato il 24 maggio del 2015. Il secondo Nudol è stato lanciato il 18 novembre dello stesso anno. Il terzo test si è svolto il 16 dicembre del 2016.

Cina

Il 5 febbraio scorso la Cina ha testato con successo l’intercettore Dong-Neng-3 (DN-3 / KO09). Lanciato dal Korla Missile Test Complex, nella provincia cinese dello Xinjiang, il Dong-Neng-3 (fisicamente molto più grande degli SM-3 americani) ha colpito un missile balistico a medio raggio DF-21 (CSS-5). I test sul DN-3 sono in corso dal 2010, tuttavia l’intercettazione non è mai stata tentata contro obiettivi di classe intermedia o di fascia intercontinentale. Gli intercettori cinetici come il DN-3 della Cina colpiscono in modalità hit-to-kill un bersaglio balistico a conclusione della sua fase di volo attiva, al di fuori dell'atmosfera terrestre. Questa capacità rende il Dong-Neng-3 una piattaforma anti-satellite. Tra gli ASAT cinesi in grado di colpire i satelliti in orbita inferiore e superiore così come possibili sistemi co-orbitali armati ricordiamo il DN-2, l'HQ-19 ed il sistema SC-19. La Cina nega lo sviluppo di tecnologie anti-satellite.

Space Superiority

In base alla definizione attuale dell’Air Force con il termine Space Superiority ci si riferisce alla “capacità di mantenere quella libertà di azione nello spazio sufficiente a sostenere qualsiasi tipo di missione. La Space Superiority può essere localizzata nel tempo e nello spazio oppure ampia e duratura”. Il concetto di dominio concepito nella dottrina dell’Air Force, si applica nel campo aereo, informatico così come nello spazio. Una rete spaziale geostazionaria garantisce (quasi in tempo reale) il monitoraggio delle forze schierate così come il comando ed il controllo dei sistemi offensivi di precisione a lunga distanza. Il sistema Space-Based Space Surveillance (SBSS) degli Stati Uniti, ad esempio, ha una media di 12.000 osservazioni quotidiane dello spazio profondo, contribuendo alla protezione dei satelliti. L'SBSS possiede la capacità di riallineare rapidamente il suo sensore di bordo, permettendogli di osservare più oggetti in una vasta area dello spazio, a differenza di quanto è possibile fare con i sistemi basati a terra. La componente counterspace, è quindi la capacità anti-satellite, ritenuta in grado di oscurare una rete orbitale

La ridondanza della costellazione satellitare Usa

Nessun avversario avrebbe alcuna ragionevole possibilità di azzerare l'intero arsenale nucleare americano e sfuggire ad un apocalittico attacco di rappresaglia. Tuttavia è innegabile che la distruzione dei satelliti da ricognizione ridurrebbe il monitoraggio strategico statunitense degradando altresì le capacità operative e tattiche

Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Qualora il paese X lanciasse gli asset counter-space contro la rete satellitare americana ed anche se la prima ondata riuscisse a distruggere tutti i bersagli designati (evitando gli intercettori a loro difesa), non riuscirebbe a degradare le capacità stratificata ISR e di proiezione degli Stati Uniti. Il Pentagono sarebbe comunque in grado di lanciare, con precisione ed efficacia, un attacco di rappresaglia con asset dotati di navigazione inerziale di backup. La costellazione satellitare Usa è progettata per essere ridondante a diverse altitudini e per garantire finestre di lancio utili anche dopo aver subito un devastante attacco preventivo. Maggiore è la distanza dei satelliti da colpire, minore sarà il tempo necessario per rilevare gli intercettori che sarebbero monitorati già nelle fasi di spinta, scatenando una rappresaglia. Le strutture di comando a terra nemiche verrebbero colpite da centinaia di testate nucleari, probabilmente prima dell’intercettazione finale nello spazio. L’intero arsenale cinese prevede missili ASAT, sistemi anti-satellite co-orbitali, disturbatori terrestri ed armi ad energia cinetica diretta. Il primo obiettivo dei cinesi in un ipotetico conflitto, sarebbe quello di oscurare la rete di spionaggio ed intelligence USA. Gli Stati Uniti prevedono di subire diversi tipi di attacchi cinetici, elettronici ed informatici oltre a raid convenzionali contro le strutture di supporto a terra. Se eseguiti con successo, tali attacchi potrebbero minacciare in modo significativo, ma non definitivo l’intera rete orbitale degli Stati Uniti, specialmente se molteplici vettori venissero lanciati contro i satelliti militari e di intelligence. Ufficialmente l'esercito americano non ha armi satellitari attive, ma potrebbe schierarle abbastanza velocemente. Ha anche una solida ed affidabile capacità di lancio, con un'industria privata in grado di inviare satelliti sostitutivi in ​​orbita (qualcosa che né la Russia né la Cina possiedono).

Per concludere: in un conflitto prolungato la rete satellitare degli Stati Uniti potrebbe essere sostituita più rapidamente di quella di un avversario, lasciando alla parte americana un vantaggio netto e decisivo.

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