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Il triste destino del piccolo Ali: da eroe della nazione a clandestino indesiderato

È il bambino-icona che salutò la bandiera del Paese alluvionato. Il governo: vada via, è del Bangladesh

Il triste destino del piccolo Ali: da eroe della nazione a clandestino indesiderato

Un anno fa era diventato, a soli nove anni di età, una specie di eroe nazionale indiano: la foto che lo ritraeva insieme con il suo maestro di scuola e altri due ragazzi mentre salutavano la bandiera nazionale immersi fino al petto nell'acqua che aveva inondato lo Stato dell'Assam aveva fatto il giro del mondo, e lui, Haider Ali Khan, era diventato il simbolo commovente dell'attaccamento alla patria nel settantesimo anniversario dell'indipendenza dell'India dal Regno Unito. Oggi, il piccolo Haider rischia di essere espulso dal Paese che tanto lo ha ammirato: si è infatti nel frattempo scoperto che non è indiano, bensì bengalese, e che dal confinante Bangladesh era immigrato infrangendo la legge. Nonostante la sua età, rischia quindi la deportazione nel suo Paese di origine.

L'India, che ha da tempo superato il poco invidiabile traguardo del miliardo di residenti, è un Paese sovraffollato e obbligato a gestire con attenzione le sue risorse. Il governo nazionalista indù guidato da Narendra Modi ha intrapreso una politica di espulsioni per alleggerire la pressione demografica, chiedendo ai residenti di produrre documenti di identità che certifichino la regolarità della loro presenza sul territorio nazionale. Solo nello Stato orientale dell'Assam, che confina per 270 chilometri con il poverissimo Bangladesh, sono risultati non in regola circa 4 milioni di persone, e tra queste c'è il piccolo eroe Haider Ali Khan.

Il ragazzino, a questo punto, per evitare di essere accompagnato alla frontiera per un viaggio senza ritorno, si trova nella imbarazzante situazione di dover provare di essere indiano. Una situazione strana, tra l'altro, perché sua madre, suo fratello e altri parenti sono stati riconosciuti in regola, mentre lui - che ha gli stessi documenti dei suoi familiari, viene considerato un indesiderabile: sembrerebbe proprio un classico esempio di cecità della burocrazia.

Il maestro di Haider, Tajen Sikdar, che compariva con lui nella famosa fotografia, si sta prodigando per garantirgli il diritto a restare in India, il che significherebbe appunto anche di non finire separato dalla famiglia. Della questione dovrà occuparsi un tribunale speciale.

Dietro alla vicenda c'è un contrasto di natura religiosa tra India e Bangladesh. Il secondo, che fino al 1971 era una provincia del Pakistan, è integralmente musulmano ed è anche per questo che il governo di New Delhi punta a espellere gli immigrati bengalesi dall'Assam e in futuro progetta di fare lo stesso anche nell'altro Stato indiano confinante col Bangladesh, il West Bengal. Da parte sua, il governo di Dacca fa capire di essere indisponibile a collaborare e parla di «affari interni indiani».

Il piccolo Haider, innamorato dell'India, dovrà quindi aspettare.

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