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Il vecchio torneo irriconoscibile Non chiamatela coppa Davis

di Marco Lombardo

Quando il giovane Dwight comprò di tasca sua un trofeo d'argento da mettere in palio in una sfida contro dei tennisti britannici, non poteva immaginare che un giorno quella coppa sarebbe stata sepolta da 3 miliardi di dollari. Perché 118 anni dopo il 1900, data del primo International Lawn Tennis Challenge, l'amore per la patria è finito triturato da quello per il denaro, che non ammette si sa - più romanticismi. La Coppa Davis, almeno così come l'abbiamo conosciuta finora (e così com'è chiamata dal 1945 per onorare quel ragazzo americano che studiava ad Harvard per diventare poi un politico) termina qui, in una giornata d'estate in cui l'International Tennis Federation ha chiuso l'epoca di un mito. Inutile raccontare il tira e molla di voti tra le varie federazioni: serviva il 67% delle preferenze per cambiare la formula, alla fine quota 71 ha fatto esplodere di gioia il fondo Kosmos, guidato dal giocatore del Barcellona Gerard Piqué e garante del maxi investimento che convincerà (dicono) i giocatori ad esserci.

Diciamolo: la Coppa Davis era un po' malandata, con molte crepe nonostante il suo argento ancora lucido. Però chissà perché tutti i grandi del tennis - pur tra un'assenza e l'altra - hanno voluto lottare per vincere l'insalatiera almeno una volta, nonostante un calendario di impegni sempre più stressante. Per la gloria e per l'unica gara a squadre in uno sport dove si è sempre soli con se stessi, soli contro i propri demoni. E allora: sarà sicuramente un grande torneo, mondiale, spettacolare. Che della vecchia coppa terrà il format del primo turno a febbraio (però con 24 squadre), con le 12 vincenti che poi andranno alla settimana finale di novembre aggiungendosi alle semifinaliste dell'anno prima. In campo neutro, con sei gironi da tre, due singolari e un doppio, due set su tre. Così, tutto di fretta e senza troppo pathos, senza tifo a favore o contro, senza imprevedibilità. E, pure, senza imbroglio. Si parte nel 2019, ci si aggiungerà alla Rod Laver Cup e alla World Team Cup in Australia dal gennaio 2020. Tutto un po' uguale, con un sacco di soldi in palio. E noi nostalgici? Per noi la Davis è un'altra cosa.

Ed è finita ieri.

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