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La lotta che non finisce mai dei pompieri senza paura

Lavorano da giorni, senza sosta, per trovare l'ultimo disperso. Fermandosi solo per accarezzare 19 bare

La lotta  che non finisce mai dei pompieri senza paura

Dal nostro inviato a Genova

Sul greto del Polcevera non c'è tempo per il dolore. I picconi, i martelli pneumatici, le scale. Si sale, verso le altezze vertiginose dei pilastri ancora in piedi. Si scende nelle viscere della terra, dove una natura maligna ha seppellito e incastrato auto, uomini, oggetti. Così per giorni e giorni, così anche oggi, perchè nell'ora dei funerali e del lutto nazionale, i conteggi feroci di questa tragedia sono ancora aperti. C'è da trovare Mirko, l'ultimo disperso, il ragazzo che lavorava sotto quelle volte ciclopiche, in un capannone dell'Amiu, l'azienda dei rifiuti. Mirko è desaparecido, i vigili del fuoco decidono di ridurre il lutto allo stretto necessario. Uno o due minuti. Per onorare quel giovane e chi non c'è più.

La mamma, Paola, una statua di dolore, aspetta notizie a pochi metri. Non si è mai spostata: prima si è accampata in una tensostruttura, poi in una roulotte. Nessuno può pensare di abbandonarla alla sua solitudine. La squadra raddoppia gli sforzi, con l'aiuto dei cani, e diserta i funerali. Dove però arrivano altri team di pompieri, con le loro divise gialle e i caschetti fra le mani. Li accolgono con un'ovazione da stadio, persino eccessiva in quell'ambiente. Fra le bare e le lacrime.

Ma i vigili del fuoco sono i veri eroi di questa settimana, cupa e però colma di episodi di coraggio. Di abnegazione. Di generosità. Il salvataggio dei feriti, alcuni miracolati dall'effetto «ascensore» dei pezzi del ponte che venivano giù, e poi la ricomposizione pietosa dei corpi, lo sgombero delle case nella «zona rossa». Fra possibili crolli e la disperazione della gente che aveva perso tutto.

Tecnologia e psicologia a braccetto. Per affrontare la più incredibile palestra di situazioni. «Ho visto con i miei occhi - racconta al Giornale il procuratore di Genova Francesco Cozzi - i pompieri che si avventuravano su piloni precari, con mezzi altrettanto precari, correndo rischi altissimi. Hanno fatto un lavoro eccezionale e con loro tutti i soccorritori».

Un elenco che per una volta non è un esercizio burocratico, ma un treno di eccellenze che alla Fiera ricevono una sorta di standing ovation. I carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, i vigili, la Protezione civile e addirittura gli speleologi in un dispiegamento di forze impressionante. É l'Italia migliore, si dice in questi casi con un pizzico di retorica. E però che altro si può aggiungere davanti a questi uomini che hanno sfidato il tempo senza mai smettere di cercare? I pompieri di Genova come gli agenti sotto il cavalcavia di Bologna.

Fra routine e eroismo. I pompieri che si commuovono e accarezzano una a una le 19 bare. I pompieri che riescono a compiere anche l'ultimo miracolo: recuperano Mirko.

Una madre può abbracciare il proprio figlio.

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