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Quei morti e feriti sul conto 5 Stelle che non applaudono

Quei morti e feriti sul conto 5 Stelle che non applaudono

I funerali di Stato come la prima della Scala, o se preferite come una puntata del Grande Fratello Vip. Il nuovo che avanza, il governo del cambiamento è anche questo. Altro che cordoglio, per i ministri è stata una gara alla ricerca del consenso, un cronometrare gli applausi e contare i selfie, esultare per i fischi (pochi) alla vecchia partitocrazia. La Chiesa (in questo caso il padiglione della Fiera di Genova) non come confessionale di Dio ma appunto del Grande Fratello, celebre stanza del famoso reality dove i concorrenti si fanno le scarpe e misurano il loro successo con il pubblico. Non a caso a dirigere l'operazione mediatica dei funerali delle vittime del crollo di Genova è stato Rocco Casalino, un ragazzotto ex concorrente proprio del Grande Fratello a cui i Cinquestelle prima e il presidente del Consiglio poi hanno affidato la loro immagine e la loro comunicazione.

Per tutte le esequie questo poveretto (si fa per dire, stipendio da super casta) ha inviato messaggi ai giornalisti cercando di indirizzarne sguardi e orecchie a proprio vantaggio.

Se tanto sforzo sarà premiato o no lo capiremo leggendo i giornali di questa mattina. Ma ormai non mi sorprende più nulla, neppure Di Maio che rifiuta in quanto «mancia» i cinquecento milioni messi a disposizione per la prima emergenza dal gruppo Benetton, responsabile della gestione di quel tratto di autostrada. Io mi auguro che se saranno ritenuti colpevoli - cosa al momento tutta da dimostrare - i Benetton paghino, in ogni senso (civile e penale) ben di più. Ma comportarsi da bullo in queste ore per strappare un applauso è da irresponsabile. Per di più da parte del leader di un partito, i Cinquestelle, che in tre anni di gestione non sono riusciti a rappezzare le buche di Roma (figuriamoci se prendono in carico le autostrade che cosa ci aspetta), che per incapacità hanno provocato nove morti a Livorno (il loro sindaco è sotto inchiesta per mancato allarme di una alluvione) e una carneficina a Torino (la Appendino è accusata di essere responsabile del ferimento di 1300 persone e della morte di una di loro durante la serata della finale di Champions).

In nessuno dei tre casi mi risulta che Di Maio abbia messo mano al portafoglio per rimborsare morti e feriti (chi a Roma cade nelle buche per essere rimborsato va in contenzioso con la Raggi) e con un simile luttuoso curriculum sarebbe meglio volare bassi.

Almeno così dovrebbe accadere nel mondo normale e reale, che non è quello del Grande Fratello e di Rocco Casalino.

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