Ponte crollato a Genova

"Il governo non faccia melina. Devastante se aumenta l'Iva"

Il presidente della Confcommercio accusa: "Nessuna manutenzione sui ponti nonostante i nostri allarmi"

"Il governo non faccia melina. Devastante se aumenta l'Iva"

Roma - Un aumento dell'Iva, anche parziale avrebbe «effetti devastanti» sull'economia. Al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli non è sfuggita una frase del sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti sui rincari dell'imposta indiretta. «La clausola di salvaguardia - ha detto in un'intervista rilasciata ieri al Messaggero - l'hanno messa quelli prima e noi cerchiamo di sterilizzarla». Dichiarazione molto più debole rispetto agli impegni presi dai vicepremier Salvini e Di Maio, che per il leader dei commercianti vanno rispettati. La crescita va fatta tagliando le tasse e le risorse vanno trovate anche trattando con l'Ue. Poi il nodo infrastrutture, fatto emergere dalla tragedia di Genova.

Cosa servirebbe per evitare disastri come quello del ponte Morandi?

«Mappare i ponti ed i cavalcavia, fare controlli e relativa manutenzione dovrebbero essere considerati normale amministrazione e invece, nonostante gli allarmi lanciati più volte, molte di queste procedure sono rimaste inevase o fatte male. Da anni Conftrasporto, la nostra associazione di riferimento sui trasporti e la logistica, denuncia questo rischio anche per la crescita esponenziale dei cosiddetti trasporti eccezionali. Il nostro sistema infrastrutturale deve essere reso al più presto più sicuro e moderno. Ne va della nostra crescita economica e della nostra competitività. Sto con il presidente Mattarella quando parla di accertamento severo delle responsabilità e soprattutto che si renda conto, in una vicenda così drammatica, del principio einaudiano del conoscere per deliberare».

Il governo vuole puntare sulle grandi opere, anche se i partiti di maggioranza hanno un'impostazione diversa su questo tema.

«L'ultimo Documento di economia e finanza per le infrastrutture prevede un programma da 100 miliardi di euro che dovrebbe far recuperare al paese quel deficit accumulato negli ultimi dieci anni pari a circa a 60 miliardi. E mi pare che nelle intenzioni del governo ci sia l'intenzione di scorporare gli investimenti infrastrutturali dal bilancio dello Stato. Questa è la via da intraprendere con celerità».

In autunno arriverà la nota di aggiornamento del Def che dovrà fare i conti con una crescita incerta. Poi dovrà partire un confronto con la Commissione europea. Quali sono le vostre previsioni?

«Il rallentamento dell'economia è nei dati e le prospettive non rendono il quadro meno preoccupante. L'intensità e la durata di questo rallentamento consiglia una gestione rigorosa della finanza pubblica e questo suggerisce pure, come indicato anche dal sottosegretario Giorgetti, di usare in sede europea quella flessibilità necessaria per trovare le risorse. Questo per tenere insieme l'obiettivo di una riduzione della pressione fiscale, almeno un inizio come nel caso della flat tax, con una stabilizzazione del deficit e una riduzione del rapporto tra debito e Pil. E soprattutto impariamo a rispettare gli investitori stranieri e i mercati che sostengono la nostra economia e finanziano il nostro debito».

Il sottosegretario alla presidenza Giorgetti ha parlato di Iva, ma dalle sue parole non sembra emergere con chiarezza la volontà di sterilizzare gli aumenti...

«Su un tema così delicato e dirimente come questo non si faccia melina e non si trovino soluzioni parziali come la selettività, cioè l'aumento delle aliquote solo per alcuni prodotti. Avrebbe, comunque, effetti devastanti sia sul clima di fiducia delle famiglie e sui consumi. Famiglie ed imprese ora più che mai hanno bisogno di credere che alle porte non c'è una ripresa alla moviola e anzi sperare di tornare a crescere a ritmi più sostenuti».

Il governo su questo tema aveva preso un impegno...

«Noi rimaniamo alla promessa quasi solenne perché fatta alla nostra assemblea dal ministro dello Sviluppo Di Maio e confermata dallo stesso Salvini, quella di non toccare l'Iva.

Vogliamo credere che non ci siano ripensamenti e che qualche voce isolata, favorevole agli aumenti, rimanga tale».

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