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Inter, falsa partenza. Il Sassuolo di Berardi è sempre un tabù

Settima sconfitta nelle ultime 8 con i neroverdi. L'anti-Juve subito ko. Spalletti, c'è tanto da fare

Inter, falsa partenza. Il Sassuolo di Berardi è sempre un tabù

Dalle parole ai fatti il passo è tutt'altro che breve. Dal ruolo di anti Juventus designata, alla debacle all'esordio contro il Sassuolo. Pazza, come sempre, l'Inter incapace di rispettare i pronostici anche alla prima di campionato. Un'Inter brutta, lenta e impacciata, sterile in avanti e troppo molle in fase difensiva quando presta il fianco al Sassuolo. Un esordio da incubo che rischia di far passare la squadra di Spalletti dall'esaltazione estiva all'immediata depressione. Perde ancora contro il Sassuolo bestia nera: nerazzurri ko 7 volte nelle ultime 8 contro gli emiliani.

Già, perché le aspettative sono altissime. Spalletti alla vigilia ha addirittura sdoganato la parola scudetto, alzando di molto l'asticella delle speranze nerazzurre. Anche se per la prima di campionato il tecnico deve rinunciare a moltissimi titolari. Nainggolan è out per infortunio, Perisic e Vrsaljko sono in panchina ancora in cerca della migliore condizione fisica dopo il Mondiale così come Keita. Fuori dagli undici iniziali anche Skriniar, acciaccato. Non c'è, ovviamente, Luka Modric, oggetto del desiderio estivo dell'Inter, un colpo sensazionale rimasto in canna. Ma anche senza il fantasista croato e nonostante le defezioni l'Inter resta un'ottima squadra. Eppure l'avvio di Reggio Emilia è di quelli choccanti. Poche idee, pochissime trame di gioco, squadra che soffre dannatamente le incursioni offensive della squadra di De Zerbi che, invece, gioca in velocità e mette in difficoltà i nerazzurri. Asamoah gioca avanzato a centrocampo, il terzino sinistro è il redivivo Dalbert mentre davanti Icardi soffre meno di solitudine rispetto al passato grazie al connazionale Lautaro Martinez. El toro si muove benino da trequartista a supporto della punta ma non riesce mai ad incidere sottoporta. Nella difesa del Sassuolo bravissimo il giovane Magnani, all'esordio assoluto in serie A.

Il dominio territoriale del Sassuolo trova il suo apice al minuto 25, quando Di Francesco scappa per l'ennesimo contropiede neroverde e Miranda lo trattiene un po' ingenuamente. È rigore, Berardi calcia centrale battendo Handanovic. Prova a reagire l'Inter ma produce soltanto un tiro da fuori di Icardi che non spaventa Consigli.

Deve cambiare Spalletti e lo fa già all'inizio del secondo tempo. Fuori Dalbert, in enorme difficoltà da terzino (il precampionato incoraggiante sembra già un ricordo e la bocciatura è fragorosa), dentro Perisic, anche se con pochissimi allenamenti sulle gambe. Asamoah si sposta nella naturale posizione di terzino. Inter sicuramente più solida e compatta che prova a fare gioco. Ma fatica, fatica terribilmente, contro la vivacità di un Sassuolo che sembra essere anche in migliori condizioni atletiche.

Per cercare il pari l'Inter si affida al solito vecchio asse, quello composto da Perisic che crossa e Icardi che finalizza ma l'argentino, fresco di ritorno in nazionale, questa volta non ha il l'istinto del killer sottoporta e al 20' spreca a pochi passi da Consigli, dopo che Boateng era andato vicino al 2 a 0. Niente da fare, l'allenatore nerazzurro cambia ancora e manda dentro Keita al posto di un Lautaro Martinez lontano parente di quello ammirato nel precampionato. Non una bocciatura ma di certo per lui nemmeno una promozione. Il senegalese ex Lazio si mette nello stesso ruolo, alle spalle di Icardi ma non punge. Spalletti è disperato e manda in campo anche Karamoh per Brozovic, pessima la sua prestazione. Ma è Vecino al novantesimo a sfiorare il pari di testa con Consigli bravissimo a respingere. Non basta all'Inter. E non basterà nemmeno da qui in avanti. Se i nerazzurri vogliono trasformare in realtà le aspettative e le speranze di un'estate da sogno deve cambiare marcia.

E in fretta.

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