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Macchè CR7 È il solito campionato

di Roberto Perrone

C aldo, pochi giorni per lavorare, giocatori arrivati all'ultimo momento. Non è più la Serie A di una volta, che tornava a settembre, ringalluzzita da vacanze e preparazione mirata. Da quando ci sono la tv e la globalizzazione tutto questo non c'è più. Però le novità si fermano qui, la prima giornata vede emergere i soliti noti, i soliti schemi, le solite lamentele. Squadre lunghe e non ben distese. Le aspiranti inquiline dell'attico procedono con diversi gradi di sofferenza. Certe caratteristiche rimangono immutate e al più alto grado di difficoltà, c'è l'Inter, partita con grandi speranze e subito deragliata. Poche idee, il solito Icardi a doversi sobbarcare il peso del gol, il solito Perisic a dover scardinare da solo la difesa del Sassuolo, una delle belle novità di questa prima giornata con l'Empoli di Andreazzoli, non un giovanotto come età, freschissimo per il gioco che ha dato alla squadra toscana. Invece in alto, tra le aspiranti, il nuovo che avanza è scontato o quasi, come detto dell'Inter.

Le due grandi duellanti della stagione andata in archivio a maggio, Juventus e Napoli, malgrado i cambi in campo (i bianconeri) e in panchina (i partenopei) passano in rimonta a Verona col Chievo e a Roma (sponda Lazio) con la vecchia guardia. Madama riprende dal punteggio e dall'andamento della partita che le era valsa lo scudetto 2018. A Verona con il Chievo, come con l'Inter a San Siro. Vantaggio, supponenza, svantaggio clamoroso, ribaltamento con gol decisivo nel recupero. La solita spallata. E' Madama, bellezza. Carlo Ancelotti ripresenta il Napoli di Sarri. Meno tremendismo ma il sistema è quello, tocchi, controllo, Callejon, Insigne. E Milik, forse è questa la sorpresa.

In affanno anche la Roma a Torino. Però ha la solidità difensiva che ha caratterizzato la seconda parte della stagione precedente. Delle prime cinque della classifica finale, la squadra di Di Francesco è l'unica a mantenere illibata la sua rete, malgrado un avvio pieno di incertezze di Robin Olsen. Detto che i gol li fa sempre Dzeko, i giallorossi vincono l'oscar per l'esordio più devastante di uno straniero in questa serie A, quello di Justin Kluivert, 19 anni. Formidabile. Ah, il Torino accusa l'arbitro.

Macché campionato di Ronaldo, è la solita serie A.

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