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Roma, vecchia e nuova. Kluivert inventa per la magia di Dzeko

Il figlio d'arte entra e dà l'assist al bosniaco. Ko nel finale un Torino furioso con l'arbitro

Roma, vecchia e nuova. Kluivert inventa per la magia di Dzeko

Il nuovo e il vecchio che avanzano, salvano la Roma e castigano un Torino che avrebbe meritato di più. Alla fine ci ha pensato ancora una volta lui, Edin Dzeko. Ma il suo gol numero 74 in giallorosso è figlio della generosità, della freschezza atletica e della voglia di stupire di Kluivert. Justin all'anagrafe, figlio ed erede di quel Patrick che dalle parti di Milano, sponda rossonera, ricordano non con particolare affetto. E invece il giovane olandese volante ha già conquistato i cuori dei tifosi giallorossi, facendo balzare di gioia un Di Francesco che sa di avere un tesoro da valorizzare ma anche da preservare tra le mani. La Roma dei 12 acquisti estivi riparte dalle sue certezze: giudizio sospeso per Olsen, la sua papera su un tiro di Baselli ad inizio ripresa poteva costargli cara, salvo poi essersi brillantemente ripreso con una serie di chiusure.

Il calcio d'agosto, si sa, va preso come tale. Perché le squadre sono in rodaggio, i giocatori cercano la migliore condizione e gli allenatori sperimentano. Tanti gli errori di impostazione, cosa che per una squadra come la Roma che punta dritta a riconfermarsi in Italia e in Europa è inaccettabile: alla fine, a referto, finiscono ben undici occasioni da gol per i giallorossi. Nel primo tempo sul taccuino se ne ascrivono almeno sei, con Izzo, N'Kolou e Sirigu abili a chiudere su Pastore, El Shaarawy e Florenzi. E dove non ci arrivano i difensori di Mazzarri, ci pensano i legni a fermare Kolarov e Dzeko. Anche se, paradossalmente, l'occasione migliore capita al Torino, con la traversa di Rincon al termine di una ripartenza cominciata da uno stoico Belotti.

Nella ripresa è il Torino a partire meglio, con la già citata semipapera di Olsen su tiro di Baselli e il gol di Iago Falqué annullato dal Var per fuorigioco. Tre minuti che svegliano la Roma, con Di Francesco che lancia nella mischia Cristante, Schick e Kluivert aumentando il dinamismo in campo e costringendo il Torino sulla difensiva: e anche qui le occasioni per i giallorossi si sprecano, con Sirigu che dice no a Under, Pastore, Dzeko e Kluivert, mentre Meité e Belotti scaldano i guantoni ad un ritrovato Olsen.

Ma il campione, si sa, esce allo scoperto nel momento più difficile: e dopo aver preso un palo, Dzeko sfrutta la serpentina ubriacante di Kluivert per segnare la rete che decide il match al 90'. Per buona pace di chi voleva vedere subito titolari molti dei nuovi acquisti nella Roma, visto che nell'undici iniziale di Di Francesco erano presenti solo Olsen e Pastore; anzi, sono apparsi proprio i due nuovi i giocatori più in difficoltà, detto del primo, il secondo ha cambiato spesso posizione senza mai riuscire a trovare il ritmo giusto.

Tra le tante note positive della gara c'è anche l'aver rivisto in campo un Gallo Belotti con tanta voglia di riscatto dopo la passata stagione incolore: gran lavoro in difesa e incubo costante in area di rigore per un Fazio apparso spesso in difficoltà. Il ct Mancini in tribuna avrà preso nota. Per il resto Mazzarri (espulso per proteste nel finale) aspetta Zaza e Soriano per dare una spinta in più alla sua squadra, uscita con due infortuni pesanti come quelli accorsi a De Silvestri (contusione costale) e Izzo (distorsione), ma si coccola la sorpresa Maité e una mediana che con Rincon e Baselli può dargli ampie garanzie.

Intanto il Torino resta a mani vuote e con la rabbia per il rigore non dato sulla spinta di Fazio a Iago Falque. Il ds Petrachi parla al posto di Mazzarri: «Abbiamo deciso di evitare. Si sarebbe beccato dieci giornate di squalifica». Il dirigente granata attacca: «Questa partita è stata spostata dagli arbitri. Non c'è stata equità. Nell'azione del nostro gol, Massa ha pensato bene di vedere il millimetro di Aina ma poi non c'è stato fischiato un rigore netto.

Mi dispiace che Massa non abbia chiamato Di Bello per rivedere quella situazione, magari anche difficile».

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