Cronaca locale

Per la badante o il dog sitter ora basta un clic

WeMi la nuova piattaforma on line che trova tutti i servizi sociali della propria zona

Per la badante o il dog sitter ora basta un clic

É un nuovo modello di distribuzione dei servizi sociali. Il Comune fino ad oggi ha cercato di definire un tipo standard di servizio erogabile a chi ne avesse bisogno, con l'esperimento WeMi si cambia sistema: si individuano i bisogni zona per zona e si soddisfano con interventi su misura. Questo è possibile grazie alla sinergia tra internet, in questo caso il sito www.wemi.milano.it, e la realtà fisica rappresentata da centri di raccolta delle richieste. E ai milanesi sta piacendo: secondo il Comune «sono 16.454 le persone che, nel primo semestre del 2018, si sono recate in uno dei sette spazi WeMi presenti in città per chiedere informazioni e aiuto per trovare il servizio più adatto alle proprie esigenze». E «1.248 le attività proposte» nello stesso periodo come servizi domiciliari o altre come la pet therapy o il supporto allo studio. Il primo passo è fornire servizi condivisi permettendo l'incontro tra domanda e offerta: una babysitter per più bambini dello stesso quartiere o della stessa scuola, assistenti familiari condivise tra abitanti dello stesso condominio o anche servizi di welfare divisi tra i lavoratori di una stessa azienda. Poi però si continua: WeMi è l'inizio di «una riorganizzazione del welfare partita con la razionalizzazione dei titoli sociali, ovvero gli strumenti di welfare che prevedono contributi economici finalizzati a specifici interventi messi a disposizione delle persone che vivono situazioni di particolare fragilità» specificano da Palazzo Marino. Le categorie di contributo quindi passeranno da 18 a 5, mentre i gli spazi fisici entro ottobre saranno undici con le aperture nelle vie Piazzetta, Ornato, Valla e Pacinotti. Grazie a un più ordinato e efficiente incontro tra domanda e offerta sarà dunque possibile ottimizzare i servizi: «L'obiettivo - spiegano dal Comune - è mettere al centro i bisogni della persona e creare una risposta individuale e non standardizzata per ogni utente». Soddisfatto l'assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino: «La sfida di WeMi era di rappresentarla e farla conoscere ai cittadini in maniera organica e nella sua interezza per avviare gli utenti a un accesso sempre più semplice e immediato.

Un obiettivo che i numeri ci confermano essere stato raggiunto».

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