Cronaca locale

Pop, classica, jazz e rock. Così Milano insegna musica

Dai Conservatori alle scuole private: ecco dove studiare strumenti e canto. Ogni zona adesso ha i suoi maestri

Pop, classica, jazz e rock. Così Milano insegna musica

I grandi maestri della musica - dal direttore Riccardo Muti alla star del violino Uto Ughi - lo vanno dicendo da anni e lo hanno ripetuto a chiare lettere anche recentemente: in Italia serve più formazione e cultura musicale nelle scuole, possibilmente non solo flauti e affini come spesso capita. E ancora: più orchestre, magari in ogni regione almeno una. Naturalmente se il Paese si vuole mettere al pari con il resto d'Europa in questo campo. Succederà?

Intanto in attesa dei cambiamenti (anche se a onor del vero la situazione negli istituti comunali e statali è un poco migliorata) per chi vuole studiare musica a Milano le possibilità non mancano di certo, anzi. C'è il problema opposto. A c'è volte l'imbarazzo della scelta per scegliere metodi e maestri - se si cercano lezioni private in casa - e pure per quanto riguarda le scuole pubbliche e private, che sono decine. Gli strumenti più ambiti restano un po' sempre quelli, ovvero chitarra, piano e percussioni, con in testa la batteria (si difendono tromba e clarinetto) Negli ultimi anni è «esplosa» la richiesta degli archi - violino e violoncelli - tra i giovani. Senza contare poi il canto, da quello cosiddetto «leggero» a quello jazz e popolare.

Ma partiamo dalla domanda delle domande: meglio studiare con l'insegnante a casa, dunque lezioni singole, oppure presso le scuole, pubbliche o private che siano? Posto che gli insegnanti privati sono come quelli che si possono trovare in una scuola, per il resto va a gusti. Però è intuitivo che frequentare un istituto permette di vivere in tutti gli aspetti la crescita musicale: dunque non solo l'apprendimento strettamente tecnico, ma altre materie e relazioni con altri studenti, la possibilità di fare saggi di classe, fare esperienza collettiva. Quali scuole frequentare dunque: in città non c'è zona, o quasi, che non abbia la «sua» piccola accademia con l'insegnamento dei più diversi strumenti. Per chi vuole studiare oltre il livello amatoriale ovviamente ci sono i due conservatori milanesi, il «Giuseppe Verdi» (zona San Babila) e la Civica di musica «Claudio Abbado», zona cimitero Monumentale. E non solo, c'è la Civica di jazz diretta da Enrico Intra vicino viale Ungheria e il Cpm fondato da Franco Mussida (ex Pfm), zona Bicocca. Questi istituti hanno anche corsi liberi. Informarsi sempre sui tempi di iscrizione ed eventuali esami di ammissione. La Civica per esempio conta sul distaccato Cem di via Dalmazia, dove ci sono tra i tanti corsi di violino, percussioni e musica d'insieme. E ancora allo stesso indirizzo la sede della Civica jazz che propone cicli di lezioni su diversi strumenti, canto e composizione; e c'è un il livello preparatorio. Di più.

Un discorso a parte si può fare per quanto riguarda la formazione per i più piccoli. A Milano da anni sono sbarcati anche Suzuki (via Perosi Lorenzo) e Yamaha (via Jacopo Palma), che sono due metodi orientali che hanno invaso positivamente il mondo. Il primo riguarda l'insegnamento degli archi (prima si comincia meglio è, c'è chi inizia persino a tre, quattro anni). Stesso discorso per il secondo metodo che riguarda il pianoforte. Infine il capitolo prezzi: si può trovare di tutto ovviamente (gli studenti che vogliono guadagnare qualcosa chiedono poco, occhio: hanno meno esperienza), si va dalle 20 alle 40 euro per 50/60 minuti. Diverso è per i maestri di chiara fama, in questo caso la cifra può salire e di molto. Nelle scuole il personale in genere è titolato e a questo proposito controllato; per le lezioni a casa meglio sempre chiedere un attestato oppure cercare i profili online.

Buon studio, buona musica.

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