Cronache

Amatrice, beffa degli sms solidali: soldi ci sono ma non si spendono

I soldi degli sms per Amatrice fermi ai box per colpa della burocrazia italiana. E la destinazione potrebbe essere divisa con altre regioni

Amatrice, beffa degli sms solidali: soldi ci sono ma non si spendono

Era il 24 agosto 2016 quando la terra sotto Amatrice tremeva, le case si sgretolavano e migliaia di persone si trovarono così senza casa, lavoro e speranza. Venne lanciato una raccolta fondi: gli sms solidali. Gli italiani risposero in massa e si raccolsero ben 34 milioni di euro, metà destinati al solo sisma del 2016. A due anni dal terremoto arriva un'ultima scossa: la beffa.

Denaro incagliato dalla burocrazia

I soldi raccolti non sono spariti ma non sono ancora arrivati a destinazione. E forse mai arriveranno. O meglio forse non arriveranno dove gli italiani (tantissimi) pensavano arrivasse. La destinazione verrà scelta dal dal Comitato dei garanti istituito ad aprile 2017 dal Dipartimento della Protezione civile e dai presidenti delle quattro Regioni interessate e non è detto che sia quella che tutti pensavano, ovvero i paesi colpiti dal sisma del 2016. Infatti nella prima tranche di distribuzione (quasi 30 milioni di euro) "sono stati finanziati - come scrive La Repubblica - diciassette progetti distribuiti tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Tutte opere pubbliche, soprattutto scuole antisismiche, leggere e veloci da costruire". Nella provincia Macerata è stata realizzata solo una scuola, a Pieve Torina per l'ammontare di 250mila euro. E se proprio vogliamo dirla tutta i soldi sono stati anticipati dal Comune, che li riavrà al momento dell'erogazione. Gli altri lavori sono solamente in fase di progettazione. La seconda tranche di circa 3 milioni sarà destinata "a un centinaio di piccoli progetti nelle Marche, ancora non resi noti".

La domanda sorge spontanea: com'è possibile? Cosa non ha funzionato correttamente? Come spiegano su La Repubblica, "si è pagata la scelta di coprire con la stessa raccolta tre sismi diversi - quello del 24 agosto, quello del 30 ottobre e quello del 18 gennaio 2017 - con entità, danni, cifre donate ed esigenze differenti". Ma non è l'unico motivo: a fine settembre dopo la denuncia dell'ex sindaco di Amatrice, Pirozzi, che denuncia la scomparsa dei soldi degli sms si apre e si chiude un fascicolo da parte della Procura di Rieti. A fine settembre spunta l'elenco dei 17 progetti ma il sistema di ripartizione regionale si inceppa: alcune scelte vengono contestate perché qualcuno le definisce "politiche". Un esempio lo riporta il quotidiano fondato da Scalfari, "l'aver inserito due comuni fuori dal cratere, Collevecchio e Corropoli, o aver destinato 3 milioni per il recupero di una grotta sudatoria nelle Marche".

La lentezza a erogare i soldi è dovuta anche alla macchina burocratica "gestita di concerto con gli uffici speciali per la ricostruzione e le regioni: i beneficiari presentano un progetto preliminare che deve essere approvato, poi si passa al definitivo e infine all'esecutivo". Segue il bando di gara. Una fatica insomma. Non solo: i 34 milioni sono finiti nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione. Qui devono passare al rendiconto dei lavoti in tandem con gli uffici speciali e poi le cifre vengono saldate. Una scelta che sicuramente garantisce il corretto utilizzo dei soldi.

Ma non si è fatto i conti col il tempo che scorre giorno dopo giorno.

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