Cronaca locale

E i migranti della Diciotti «sbarcano» anche a Milano

Accolti dalla Caritas otto profughi della nave Forza Nuova appende striscione contro la Cei

Chiara Campo

Otto migranti salvati dalla ormai celebre nave Diciotti rimasta al largo di Catania senza poter sbarcare per il divieto imposto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini (ora è indagato per abuso d'ufficio e sequestro di persona) sbarcheranno a Milano. Leggendo i social si intuisce che in parecchi avevano frainteso l'accoglienza offerta dalla Chiesa per uscire dall'impasse con la sistemazione dei profughi in Vaticano. In realtà saranno distribuiti presso le Diocesi italiane che si sono fatte avanti, e i funzionari del ministero dell'Interno hanno comunicato due sere fa la spartizione di una quarantina di persone alla Caritas nazionale tra più città. Ieri la Caritas Ambrosiana ha inviato un'equipe di operatori della cooperativa Farsi Prossimo a Rocca di Papa a Roma per recuperare quattro donne e quattro uomini che erano a bordo della Diciotti. Saranno ospitati presso il centro di accoglienza milanese Casa Suraya di via Padre Carlo Salerio, zona Lampugnano. Non si è fatta attendere la protesta di Forza Nuova, che qui come in altre parti d'Italia ha appeso uno striscione contro la Conferenza episcopale italiana. Sulle pareti della sede della Caritas in via San Bernardino 4 è comparso il poster con la scritta: «Cei: da crescete e moltiplicatevi a sbarcate e sostituiteci». Un atto rivendicato dal segretario nazionale di Fn Roberto Fiore: «Siamo ormai all'idolatria del cosiddetto migrante». E quel «cosiddetto» tende a ricordare che la gran parte delle richieste d'asilo viene respinta, gli immigrati vanno a ingrossare la quota dei clandestini. Il poster è stato rimosso dalla Digos e dalla polizia di Stato e il direttore della Caritas Luciano Gualzetti, che oggi alle 10 darà il benvenuto al gruppo nel complesso di proprietà dell'Istituto delle Suore della Riparazione che già ospita altri migranti, le definisce «provocazioni che lasciano il tempo che trovano. Non ci faremo intimidire. La grande generosità mostrata dai fedeli e cittadini di Milano anche in occasione della vicenda Diciotti, ci incoraggiano ad andare avanti, con i nostri vescovi, proponendo soluzioni ragionevoli e umane». Gualzetti coordinerà subito dopo un tavolo tecnico per decidere le destinazioni definitive e i migranti nella rete di alloggi e sedi dell'associazione. I costi «saranno a carico della Diocesi, della Caritas Ambrosiana e della Cei». Fuori dalla gestione il Comune, e l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino si lamenta: «I Comuni sono stati scavalcati e lo Stato pure ( non è una critica alle Caritas, che vanno solo ringraziate). I migranti saranno collocati nei centri d'accoglienza ma senza alcuna pianificazione e distribuzione territoriale.

Un pasticcio epocale di Salvini» che definisce in milanese barlafus, incapace.

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