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È già finita in una farsa la crociata grillina per ampliare l'aborto

Il M5s abbandona la battaglia contro i medici obiettori: non è nel programma di governo

È già finita in una farsa la crociata grillina per ampliare l'aborto

No, non è stato un nostro abbaglio. Tra i temi più cari del grillismo c'è anche la lotta contro i medici obiettori che boicottano la legge 194, quella che dal 1978 regola l'interruzione di gravidanza. Dopo il nostro articolo di ieri, che denunciava appunto una forte distanza tra la posizione del Movimento cinque stelle e la Lega salviniana in materia di interruzione di gravidanza, il capogruppo dei pentastellati a Montecitorio ha preso carta e penna per redigere un comunicato col quale sconfessarci. «Dai giornali ci si aspetterebbe maggior attenzione e correttezza nel dare notizie - scrive Francesco D'Uva - Invece ancora una volta prevale la voglia di alimentare inutili polemiche politiche e creare divisioni, anche laddove non esistono. Mi riferisco all'articolo di questa mattina che attribuisce al Movimento 5 Stelle la volontà di modificare la legge 194 sull'aborto».

L'articolo in verità correttamente riportava che la proposta di legge è stata depositata ben prima dell'accordo tra Lega e Movimento 5 stelle. E ben prima, quindi, che Salvini e Di Maio stilassero il programma del primo governo gialloverde. Non c'è traccia in questo programma dell'idea avanzata dal deputato Filippo Gallinella? Verissimo. Proprio perché argomento divisivo per la coalizione di governo. Gallinella proponeva una modifica della legge 194 che in buona sostanza obblighi i medici obiettori a prendere parte «alle procedure e agli interventi per l'interruzione della gravidanza quando il feto presenta delle malformazioni incompatibili con la vita, senza voler ledere il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione degli operatori sanitari».

D'Uva, insomma, con il suo comunicato più che il nostro giornale sconfessa il suo compagno di partito. Tutto ciò che è stato fatto dai parlamentari prima dell'accordo Salvini-Di Maio non ha più senso: è carta straccia. «Questa legislatura - spiega D'Uva - si occuperà di realizzare tutti gli obiettivi fissati dal contratto». E in questo «contratto» la modifica della legge 194 non c'è.

Eppure quello di metter mano alla tanto discussa norma del 1978, soprattutto per quanto riguarda l'articolo 9 che disciplina la spinosa questione delle facoltà concesse ai medici obiettori di coscienza, è un vecchio cavallo di battaglia del movimento grillino. Già nella passata legislatura un gruppo formato da trentun senatori del Movimento avevano firmato nel 2013 una proposta di legge per modificare l'articolo 9 della legge. Sbandierando lo slogan: «Il nostro è uno Stato laico; religioni e credo, pur legittimi, non possono ostacolare l'applicazione della legge», i senatori avevano denunciato una condizione assai deplorevole, messa nero su bianco dal rapporto del ministero della Salute presentato alla Camera l'anno precedente, che raccontava di una sanità pubblica che aveva il record europeo di obiettori di coscienza tra medici e personale paramedico.

Quella proposta è rimasta lettera morta tanto che fu il Partito democratico quattro anni dopo, cioè durante il governo Gentiloni, a riproporre un disegno di legge con lo stesso obiettivo, presentato dalla senatrice Francesca Puglisi.

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