Cronaca locale

Olimpiadi, il Pd minaccia dietrofront

La maggioranza insiste per Milano capofila. Battibecco tra Lega e M5S

Olimpiadi,  il Pd minaccia dietrofront

«Sì alla candidatura condivisa per il bene dell'Italia». «I Giochi a tre teste? Non sono sostenibili dal punto di vista economico ed ambientale, voterei contro o mi asterrei». La prima posizione sulle Olimpiadi 2026 è del capogruppo e deputato della Lega Alessandro Morelli, la seconda della capogruppo M5S Patrizia Bedori, e la dice lunga sulla confusione che regna (anche) al governo sulla querelle Giochi invernali. Tra Morelli e Bedori è andato in scena non a caso uno scambio di battute ieri al vertice convocato dal sindaco per condividere coi capigruppo di maggioranza e opposizione la linea da portare a Roma nell'incontro che convocherà a breve il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Il sindaco ribadisce la contrarietà espressa un mese fa sul dossier-compromesso Milano-Torino-Cortina, senza città capofia, approvato dal Coni. Giorgetti convocherà sindaci e Regioni coinvolte e Sala vorrebbe dalla grillina Chiara Appendino e dal governatore Veneto leghista Luca Zaia il riconoscimento della superiorità di Milano a livello organizzativo e di «brand». Al tavolo ha ripercorso «il percorso iniziato circa 15 mesi con l'ex presidente Maroni per portare Giochi a Milano» e chiesto ai capigruppo «se intendono confermare la delibera approvata dal consiglio il 19 luglio», diceva Milano città candidata o capofila. «Io ribadisco l'utilità per il Paese e non solo per Milano che sia capofila. Se il governo non condivide si torna in aula». La maggioranza è compatta: «Non c'è un atteggiamento di rottura ma il sindaco andrà a ribadire la posizione e vedremo la risposta del governo. Se cambiano le condizioni dovremo riconfrontarci in aula, non diamo per scontata una nostra partecipazione all'evento, la soluzione di compromesso per noi indebolisce la candidatura italiana» dicoono il Pd Filippo Barberis e Anita Pirovano (Milano Progressista), «noi non abbiamo scartato a priori un dossier condiviso come Torino ma era subordinato a Milano capofila e vale tuttora». Il cerino in aula (con la responsabilità eventuale di sfilarsi) potrebbe però rimanere in mano alla sinistra. Per il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale «intanto bisogna far parte della candidatura per far vincere l'Italia, su nome e governance si imporrà la maggiore capacità di Milano». Anche Morelli insiste: «Rinunciare sarebbe un grave errore, Milano sarà capofila de facto».

Per Bedori «la città ha altre priorità».

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