Cronaca locale

Periferie, Sala chiede aiuto a Fontana

In ballo i 18 milioni del governo. Lite sindaco-Sardone in piazza

Periferie, Sala chiede aiuto a Fontana

Avevano chiesto di scendere in strada con fischietti, coperchi e mestoli «per fare rumore» e si sono fatti sentire i residenti dell'associazione ViviAdriano che ieri in via Adriano 60 ha organizzato un «presidio apartitico» per dire no al congelamento dei 18 milioni già stanziati dall'ex governo Gentiloni con il Piano periferie. Fondi a rischio se il Parlamento non correggerà martedì quell'emendamento al decreto Milleproroghe votato all'unanimità in Senato a inizio agosto che ritarderebbe di due anni l'erogazione ai Comuni che non hanno ancora i progetti esecutivi. Pd e Forza Italia (che pure in Senato avevano votato a favore) hanno già depositato emendamenti in Parlamento per tornare al punto di partenza.

A Milano i fondi statali, sommati ai 23 milioni del Comune, servono a prolungare il tram 7 verso il quartiere Adriano (entrata in esercizio autunno 2021), a realizzare la scuola media in via Adriano 60 (inizio lezioni già slittato al 2021/2022 per i lavori di bonifica) e a completare il parco entro il 2020. «Otto anni di bugie» e «i soldi non ci sono mai stati» sono i cartelli sollevati dall'altra parte della strada da esponenti leghisti e dal presidente lumbard del Municipio 2, Samuele Piscina, che poi ha espresso la posizione del Carroccio al microfono. Il sindaco Beppe Sala, intervenuto con gli assessori Rabaiotti, Majorino, Galimberti, Maran, il delegato per le periferie Mirko Mazzali e mezzo Pd (dal capogruppo Barberis alla deputata Lia Quartapelle) ha provocato: «Se i soldi non ci sono mai stati allora non serviva un emendamento per bloccarli». Con gli altri sindaci di capoluogo ha inviato una lettera (firmata dal presidente Anci Lombardia Virginio Brivio) al governatore Attilio Fontana «perchè ci dia una mano a venirne fuori, in un modo o nell'altro. C'erano delle convenzioni, non possiamo lanciare gare fidandoci della promessa che 18 milioni arriveranno nel 2020, non facciamo finanza creativa. I progetti esecutivi? Pronti entro fine anno».

Milano, Cremona, Monza, Pavia, Sondrio e Varese insieme hanno vinto 63,5 milioni del Bando, per progetti «in sospeso» che valgono 103 milioni. «La Regione non ha un ruolo diretto - scrivono a Fontana chiedendo un incontro - ma è urgente e importante un tuo interessamento diretto per tutelare i progetti e individuare soluzioni». E Fontana fa sapere che la Lombardia «si è subito fatta carico di elaborare una proposta che consente di usare una quota degli avanzi approvata all'unanimità dai presidenti di Regione e consegnata al Governo. Se sarà accolta i Comuni che non hanno ancora iniziato i lavori o li hanno iniziati e hanno avanzi sufficienti, potranno procedere con i programmi di spesa e il prossimo anno avranno la certezza di ricevere dallo Stato la cifra equivalente allo stanziamento promesso. Per quelle che hanno iniziato i lavori e non dispongono di avanzi, ho proposto che siano concessi i finanziamenti. Da governatore devo tutelare tutti i 1500 Comuni, non solo i capoluogo. Così si concede a tutti di usare gli avanzi. Nei prossimi giorni incontrerò comunque Anci Lombardia». Sala,, che appoggia Anci anche nell'ipotesi di un ricorso contro il governo, non vuole «fomentare una sindrome da accerchiamento di Milano - dice - ma qui i cittadini sono meno disponibili a lasciar andare e scendono in piazza».

Piscina puntualizza che dopo la sentenza il governo «non aveva alternative, ora il Comune parte comunque con i 18 milioni di fidejussioni escusse ai costruttori, priorità alla scuola». In piazza anche il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale che puntualizza: «I progetti sono in ritardo per la lentezza del Comune. Poi la decisione del governo è sbagliatissima e Fi ha già presentato emendamenti alla Camera per ripristinare i fondi».

Sala ha riferito infine che alcune risorse del Piano periferie della giunta non hanno ancora destinazione, «consulteremo i residenti nei singoli Municipi per fissare le priorità».

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