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Plotone Tory contro la May In 50 pronti a farla cadere

Plotone Tory contro la May In 50 pronti a farla cadere

Londra Si sono riuniti martedì sera in un edificio di fronte al Parlamento, in una stanza dedicata a Margaret Thatcher. Doveva essere l'usuale riunione settimanale dell'Erg, lo European research group, un gruppo di una cinquantina di parlamentari conservatori contrari alla proposta di accordo con l'Unione europea attualmente sul tavolo, quella illustrata a Chequers da Theresa May. Si è trasformata in aperta rivolta, durante la quale i parlamentari hanno discusso senza mezzi termini della strategia per cacciare il primo ministro.

Che l'Erg non riunisse dei fautori della linea May era cosa nota. Ma che martedì sera il gruppo si sia spinto a criticarla sfacciatamente, in un incontro aperto anche a dirigenti del partito che avrebbero poi sicuramente riferito nomi e circostanze al primo ministro, dà la misura del livello dello scontro raggiunto all'interno del partito conservatore. Tanto che il Telegragh si è spinto a ipotizzare che la sfida a May sarà lanciata entro pochi giorni. I continui interventi contro la proposta di Chequers da parte dell'ex ministro degli esteri, Boris Johnson, sembrerebbero suonare come una chiamata alle armi. Da un lato i ribelli avrebbero i numeri per chiedere un voto di fiducia sull'attuale leadership (bastano 48 parlamentari conservatori). Tuttavia non sembrerebbero in grado di poter vincere la battaglia, tutta interna al partito di governo: la maggior parte dei commentatori ritiene infatti che la May abbia ancora l'appoggio della maggioranza dei parlamentari Tories e, in caso di vittoria, secondo il regolamento del partito sarebbe al riparo da ulteriori sfide interne per tutto l'anno succcessivo.

È quindi più probabile che la resa dei conti avvenga in Parlamento quando si voterà l'accordo tra governo inglese ed Europa. In quella sede, un'innaturale ma possibile alleanza tra conservatori ribelli e laburisti potrebbe portare all'affossamento dell'accordo tra Londra e Bruxelles. Che, giova ricordarlo, non è ancora stato siglato. Su questo fronte dal governo May trapela cauto ottimismo. Michael Barnier, il caponegoziatore europeo, si è nei giorni scorsi detto fiducioso che un'intesa possa essere raggiunta nelle prossime settimane. E, secondo alcune fonti di Bloomberg, fra qualche giorno sarà annunciato un incontro speciale tra Unione europea e Regno Unito, da tenersi a novembre, per sottoscrivere l'accordo di divorzio. Se tale intesa dovesse essere respinta dal Parlamento inglese non ci sarebbe poi più tempo per formulare nuove proposte.

E le conseguenze sarebbero imprevedibili.

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