Ponte crollato a Genova

Il commissario è un rebus E Toti si sfoga con Conte

Il governatore: «Sarebbe un brutto segnale se arrivasse da fuori. Il governo ci deve ascoltare»

Il commissario è un rebus E Toti si sfoga con Conte

Alla fine dei contenuti annunciati resta ben poco. Nel Decreto Emergenze non c'è né il nome del commissario straordinario, né l'affidamento diretto della costruzione del ponte a Fincantieri e tantomento la revoca della concessione ad Autostrade. Dopo una giornata di incertezze, trattative e stop and go, in serata, poco prima delle 20, arriva l'annuncio del via libera del Consiglio dei ministri al Dl su Genova, Ischia e Centro Italia. La volontà del governo di presentarsi oggi alla commemorazione delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi con qualcosa da mettere sul piatto è forte. E così si decide di dare comunque il via libera ad aiuti e sconti fiscali per individui ed imprese colpite dal crollo del ponte Morandi, ma di usare la formula del «salvo intese», una dicitura che consente di modificare il testo e lascia in sostanza tutto aperto, comprese le cifre dell'intervento.

La sensazione, insomma, è che il decreto sia una scatola da riempire e che i veri nodi siano ancora tutti da affrontare. Resta sospesa soprattutto la nomina del commissario per l'emergenza il cui nome verrà indicato in un secondo momento (si dice tra dieci-quindici giorni) con un decreto del presidente del Consiglio. Fino a un attimo prima della riunione si intrecciavano telefonate tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e Giovanni Toti per trovare un accordo. E quest'ultimo non nascondeva la propria amarezza. «Il testo va concordato, condiviso. Se ce la facciamo per oggi, chapeau, non morirà nessuno se dovesse slittare di una settimana. Il governo vuole mettere un commissario. Abbiamo diritto da liguri e da genovesi di avere voce in capitolo». Con un commissario che viene «da fuori», dice Toti, «si darebbe un bruttissimo segnale alle istituzioni locali che sono già state poco considerate». «Non si fa campagna elettorale sul ponte di Genova, non sulla pelle dei genovesi. Vogliamo che il ponte venga ricostruito nel più breve tempo possibile e nel modo migliore con il bellissimo progetto donato dall'architetto Piano». Malumori condivisi anche dai leghisti che lamentavano come fino al giorno prima non ci fosse stata occasione di visionare il testo. Con una postilla critica: «Non è concepibile non coinvolgere gli amministratori di Genova e della Regione». Se inizialmente sembrava quasi scontato che fosse lo stesso Toti a fare il commissario, la sua posizione critica verso le iniziative del governo che rischiano di allungare i tempi a danno dei cittadini genovesi, ne ha fatto scendere le quotazioni. A questo punto circola il nome del sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, plenipotenziario della Lega in Liguria, oppure del sindaco di Genova Marco Bucci.

Di certo rispetto alle prime intenzioni l'esecutivo ha scelto di frenare. «Domani (oggi per chi legge ndr) sarò a Genova - spiega Conte - sentirò i rappresentanti degli enti locali e presenterò il frutto del nostro lavoro per condividerlo anche con loro, se ci sono suggerimenti siamo pronti ad accoglierli. Ascolterò i loro contributi. Mi sono sentito ieri sera e oggi due volte con Toti, c'è un dialogo continuo».

Di certo sul territorio aumenta la preoccupazione E Confindustria Genova esprime «forte preoccupazione per il quadro di incertezza che sta scaturendo in questi ultimi giorni con particolare riguardo alla nomina del commissario straordinario, che Confindustria ritiene debba essere, per ruolo e competenze, il Presidente della Regione Giovanni Toti».

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