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Thailandia, tatuatore incide scritte choc sulla pelle dei turisti: “Non sanno niente della cultura thai”

Un tatuatore tailandese ha beffato i turisti incidendo sulla loro pelle scritte oscene e frasi ridicole come “involtini primavera” e “riso con pollo”

Thailandia, tatuatore incide scritte choc sulla pelle dei turisti: “Non sanno niente della cultura thai”

Un tatuatore tailandese ha ingannato decine di turisti occidentali incidendo sulla loro pelle in maniera indelebile scritte oscene e banalitá in lingua thai. Apprifittando del fatto che i suoi clienti non conoscessero la lingua locale, il tatuatore ha deciso di architettare una beffa a regola d’arte: tatuare parolacce, scritte sconce e frasi ridicole al posto delle scritte sacre richieste dai turisti in vacanza in Thailandia.

“Involtini primavera”, “riso con pollo”, il nome di un ristorante take away famoso per le polpette di pesce. Sono alcune delle frasi impresse sulla pelle dei piú fortunati. Ad altri turisti infatti é andata molto peggio. Le scritte sacre in lingua thai commissionate al tatuatore si sono presto trasformate in frasi oscene indelebili, in alcuni casi grandi quanto tutto un bicipite.

L’arte millenaria e sacra del tatuaggio é diventata una moda per molti turisti in vacanza in Thailandia. E per vendicare la cultura sacra di cui era custode, il tatuatore tailandese ha deciso di deturpare i corpi dei turisti occidentali e prendersi gioco di loro. La beffa é stata smascherata casualmente su Facebook, quando una delle vittime ha pubblicato una foto del suo nuovo tatuaggio fatto in Thailandia. Lo scatto é diventata virale e in poco tempo ha svelato la truffa.

Non é ancora chiaro se ci saranno conseguenze o se verranno presi provvedimenti contro il truffatore. Ma una cosa é certa. Giá a giugno di quest’anno il ministro della cultura di Bangkok, Nipit Intarasombat, aveva proposto di vietare ai turisti la possibilitá di farsi tatuaggi sacri. "Alcuni turisti ritengono che i tatuaggi sacri siano una moda senza alcun rispetto religioso, altri probabilmente li hanno solo per ignoranza", aveva detto.

Sebbene non ufficializzato, il divieto ha mobilitato i governatori provinciali ad indagare sul fenomeno.

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