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Tria svela la proposta del M5s: "Reddito di cittadinanza anche agli stranieri"

Nel contratto di governo la misura era rivolta solo ai cittadini italiani. Ma, pungolato da FdI, il ministro dà un'altra versione

Tria svela la proposta del M5s: "Reddito di cittadinanza anche agli stranieri"

La legge di Bilancio è ancora tutta da scrivere, quindi il condizionale è sempre d'obbligo. Ma oggi, rispondendo in Senato a un'interrogazione di Fratelli d'Italia sulla fruibilità delle misure di welfare, anche da parte di cittadini non italiani, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha gettato una nuova ombra sul proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle per introdurre il reddito di cittadinanza in Italia. Nel corso della precedente legislatura il provvedimento prevedeva, infatti, che a questa misura possano accedere "cittadini italiani o dell'Unione europea, residenti sul territorio nazionale", e immigrati a condizione che "i Paesi d'origine avessero sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale" con l'Italia.

Per i grillini il reddito di cittadinanza è e resta una priorità assoluta. "Sin dalla sua nascita - spiega a in una nota il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo - il Movimento 5 Stelle ha pensato a questa come a una misura 'mirata', per dirla con le parole dell'Ocse, strettamente legata ad un serio potenziamento delle politiche attive del lavoro per troppo tempo dimenticate da chi ha guidato l'Italia negli ultimi anni". Secondo la Catalfo, grazie alla riforma dei centri per l'impiego a cui il governo gialloverde sta lavorando, chi oggi si trova fuori dal mercato del lavoro potrà velocemente uscire da una condizione di precarietà. La ricetta pentastellata, in realtà, è piena di buchi. Ad oggi non sono ancora in grado di delineare l'impianto della misura né tantomeno di definire la platea dei soggetti destinatari. Eppure la prossima manovra finanziaria è agli sgoccioli e il vice premier Luigi Di Maio è intenzionato ad premere a tutti i costi l'acceleratore sul reddito di cittadinanza. "La smania da risultato non è mai stata e non è la via per governare - ci tiene a far presente il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto - il reddito di cittadinanza a ogni costo, anche ipotecando il futuro del Paese, non è quello che si aspettano i cittadini, che invece chiedono crescita e nuove opportunità di lavoro, anche e soprattutto al Sud. E certo questo non si crea con l'assistenzialismo propagandistico e il populismo sfrenato targato M5S".

A preoccupare ora è soprattutto la platea dei soggetti destinatari. Riprendendo in mano la vecchia proposta fatta dai Cinque Stelle nella passata legislatura, Tria ha spiegato chiaramente che, oltre agli italiani e ai cittadini europei, la misura interesserà anche gli immigrati che risiedono nel Belpaese. Eppure se si va a spulciare il contratto di governo si legge chiaramente: "Il reddito di cittadinanza è una misura attiva rivolta ai cittadini italiani e di sostegno al reddito per i cittadini italiani che versano in condizioni di bisogno". Qualora dovesse passare la vecchia proposta dei Cinque Stelle, sarebbe l'ennesima beffa visto che le famiglie straniere, 1 milione e 600mila, sono di norma più numerose, non hanno patrimonio immobiliare ed accedono prima di quelle italiane ai servizi sociali. "Sarebbe un salasso per le finanze statali", commenta il presidente del gruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Luca Ciriani, temendo che una forma di assistenzialismo come il reddito di cittadinanza non farà altro che incentivare "il lavoro nero e la disoccupazione"

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