Cronaca locale

Argenta, patria del cous cous e dei musei della campagna

Gita nel Ferrarese dove si trovano il museo delle valli e della bonifica con gli strumenti idraulici utilizzati

Argenta, patria del cous cous e dei musei della campagna

All'angolo di piazza Garibaldi, nel centro di Argenta, si spalancavano le porte del Trigabolo, rivoluzionario ristorante della prima epoca della grande cucina italiana. Aperto dall'ex fornaio Giacinto Rossetti nel 1983, ha vissuto una breve ma intensa stagione. Nel 1993 ha chiuso, lasciando orfane due generazioni di viaggiatori golosi, quella che ha avuto la fortuna di andarci e rimpiange di non potervi tornare e quella che non l'ha mai provato e si strugge ai racconti delle gesta di quella brigata leggendaria che vide all'opera Igles Corelli, Bruno Barbieri, Marcello Leoni, Italo Bassi. Di quel gruppo, ad Argenta è rimasto solo il pasticcere Mauro Gualandi. Da lui è un tripudio: bignè fritti e caramellati in salsa di mandarino che stregarono il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, macaron, pasticceria mignon, panettoni e colombe nelle feste. E anche un po' di ottimo salato.

Argenta è un placido paese del Ferrarese dove si deve venire apposta, come ai tempi del Trigabolo. È uno di quei borghi italiani in cui la seconda guerra mondiale portò l'apocalisse. Caposaldo tedesco, il 12 aprile del 1945 subì un devastante bombardamento alleato che causò centinaia di vittime e la totale distruzione del patrimonio urbano storico.

Fuori dai percorsi ma dentro la storia. Nel Duomo di San Nicolò c'è la tomba di don Giovanni Minzoni, cappellano pluridecorato della prima guerra mondiale, coraggioso oppositore del fascismo ucciso a bastonate il 23 agosto nel 1923. Nel 1990 papa Giovanni Paolo II venne a pregare sulla sua tomba. Se in città le testimonianze dello scorrere del tempo sono state tutte cancellate, appena fuori, nelle campagne un tempo regno di paludi e mal/aria, resistono ancora.

La Pieve di San Giorgio è il monumento più antico della provincia di Ferrara (569). L'arcidiocesi di Ravenna ha attribuito alla chiesa, fin dalla sua fondazione del VI secolo, un ruolo fondamentale nell'opera di evangelizzazione di questi territori.

Particolarmente interessanti sono il Museo delle valli e quello della bonifica. Nel primo - attraverso cui si può visitare un'area protetta con bosco, prato umido, canneto e lamineto - una sezione storico-antropologica e una naturalistica mostrano l'evoluzione del territorio e gli stili di vita e lavoro della cultura contadina. Straordinario è il Museo della bonifica presso l'impianto idrovoro di Saiarino, dove la storia e l'archeologia industriale dividono lo spazio con le moderne tecnologie. Viene documentata la storia della bonifica, quando la terra venne strappata all'acqua e di come questo impianto continui a difenderla dalla furia delle piene. Impressionante la sala con le sei pompe idrovore che sollevano le acque del Canale Lorgana immettendole nella vasca di mandata e quindi nel fiume Reno o nelle casse di espansione, impendendo gli allagamenti. Filmati, attrezzi, fotografie ricostruiscono il sacrificio di migliaia di «scariolanti» che scavarono i canali. Merita una visita, soprattutto per comprendere l'alta ingegneria italiana di 120 anni fa. Completa il trittico museale il Civico, all'interno della chiesa di San Domenico, che raccoglie importanti opere di pittura e scultura e una pregevole cassa d'organo con una piccola parte di una cantoria del 1724.

Dopo la storia viene la gola. Ad Argenta c'è Bia, il produttore italiano più importante di cous cous, in Festa da oggi a domenica 30 a San Vito lo Capo (Trapani), e di cui ad Argenta c'è stata un'anteprima due settimane fa con «Oro d'Argenta». Da Bia una vasta gamma di cous cous compresa la linea gluten free. La terra qui è ricca come testimonia la cooperativa Giulio Bellini che con i suoi vari marchi produce cereali, frutta, vino e inoltre progetta e costruisce parchi e giardini.

Dal «Piccante», nomen omen, tutte le colorate varietà di peperoncino, dal jalapeno alle varietà di habanero. Li potete trovare preparati dall'agriturismo il Serraglio con gli gnocchetti all'ortica, burro fuso e salvia. Il gran finale del viaggio goloso va in tavola all'agriturismo Valle Santa a Campotto dove hanno recuperato antiche ricette e le interpretano con i prodotti dei loro orti e allevamenti: strepitosa l'insalata d'anatra con verdure croccanti e zenzero fresco, imperdibili gli strichetti al sugo di piccione, gustosa la faraona all'uva con zucca al rosmarino.

Siamo di nuovo in viaggio, golosi più che mai.

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